Una nuova edizione della Coppa Challenge “Città di Verona” fu organizzata dal Comune di Verona nell’estate del 1924. Si trattava di una gara nazionale di “caccia alla volpe” per palloni, automobili e motociclette della durata
di 5 ann. L’iniziativa nacque con gli auspici dell’Aeroclub d’Italia e del Ministero della Guerra e sotto l’Alto Patronato del Re d’Italia. Si stabilì che la competizione avrebbe avuto luogo il 15 agosto con partenza dallo
Stadio cittadino (Ex-Bentegodi). I Commissari sportivi furono nominati dall’Aeroclub nazionale nelle persone di Nico Piccoli, Erminio Donner Flori, Romeo Frassinetti, e Ugo Medori, questi ultimi due ufficiali del Regio Esercito.
Venne altresì costituito un Comitato cittadino con la partecipazione dei commendatori Nico Piccoli, del Sindaco Vittorio Raffaldi, dei cavalieri Cesare Lonardi e Alberto Goldschmidet, del professor Guido Vivi e del signor
Bendinelli. Alla gara avrebbero potuto partecipare anche dei cittadini in qualità di passeggeri. Il sindaco di Verona emanò un regolamento per fissare i caratteri della sfida, le modalità di assegnazione del trofeo e le
condizioni necessarie per l’iscrizione. I premi in palio per gli aerostati consistevano nella coppa Challenge Città di Verona con 1000 lire, destinati al primo classificato, 500 lire di premio al secondo e 300 lire al terzo.
Il regolamento stabiliva che la coppa sarebbe stata assegnata all’ente i cui rappresentanti l’avrebbero vinta e sarebbe stata conquistata definitivamente con due vittorie nell’arco di cinque anni. Nel caso che dopo i
cinque anni nessuno ne avesse conquistato il diritto, la coppa sarebbe passata definitivamente all’Aeroclub d’Italia, che si sarebbe riservato di rimetterla in palio. Le norme di dettaglio vennero invece stabilite a Roma,
dall’Aeroclub d’Italia. Fissata la data di svolgimento al 15 agosto, il pallone volpe avrebbe preso il volo quindici minuti prima della partenza del primo concorrente previsto alle ore 17; gli altri equipaggi sarebbero
seguito ad intervalli di due minuti. L’ordine di partenza sarebbe stato definito con estrazione a sorte. Gli equipaggi, oltre al possesso della licenza sportiva in corso di validità rilasciata dall’Aeroclub d’Italia e
al materiale propriamente necessario all’ascensione, erano tenuti a provvedere venti metri di manica di gonfiamento con raccordi, da cinquanta a settanta sacchetti di zavorra, un copertone per il gonfiamento,
la strumentazione necessaria per il volo e un barografo registratore che sarebbe stato piombato dai commissari di gara, prima della partenza. Ogni aerostato doveva inoltre avere a bordo la bandiera nazionale e
il numero d’ordine della partenza. Vincitore della gara sarebbe stato l’equipaggio atterrato più vicino alla volpe.
Alla gara si iscrissero l’Aereo Club di Roma con lo sferico Capitano Augusto Ferrero di 900 metri cubi; il commendatore Usuelli con uno sferico da 2000 mc.; Il Gruppo Aerostieri del Genio con i palloni Ardito I di 630 mc.,
pilotato dal capitano Paroni, Il Trionfale X pilotato dal capitano Bognani di 700 mc.; il Gruppo Dirigibili con gli aerostati Ciampino I condotto dal capitano Precerutti di 700 mc, Ciampino X di 900 mc con il pilota capitano
Sivieri, e il Ciampino VIII di 900 mc. pilotato dal capitano Paonessa. Sui palloni militari non era consentito l’accesso ai passeggeri e quindi i posti a disposizione furono inizialmente limitati a 4 o 5, tuttavia in seguito
il Ministero della Guerra permise delle deroghe. Nella giornata precedente alla gara si procedette all’estrazione a sorte per stabilire l’ordine di partenza. Il ruolo di “volpe” fu appannaggio del comm. Usuelli, seguito
nell’ordine dal pallone Ciampino I, Ardito I, Ciampino VIII, Ciampino V, Trionfale X, Ferraro.
Il Volpe partì dallo stadio comunale con otto passeggeri a bordo oltre al comm. Usuelli (il sindaco di Verona Raffaldi, Nico Piccoli, cav. Lonardi, Goldsmiedt, Pilate Carboncini, Luciano Ferrero, Corrà e Sonetti.) alle 18.20.
Ultimo a partire alle 18.51 il pallone Ferrero con a bordo il pilota ingegner Pedace e, in qualità di passeggeri, il maggiore Medori e Mario Calderara. Verso l’una di notte iniziarono ad arrivare le prime notizie che davano il
Volpe atterrato presso Vicenza, precisamente a Toara di Villaga nel cortile di Villa Conto, intorno alle otto di sera. Nelle vicinanze prese terra anche il Ferrero, mentre ad un chilometro di distanza era nel frattempo sceso
il Ciampino I. L’Ardito I prese terra a Longare alle 21.17. Il Ciampino VIII nei pressi di Montecchia di Crosara alle 20.30. Quindi l’ordine di arrivo vedeva al primo posto il Ciampino I del tenente Precerutti appartenente al
Gruppo Dirigibili, secondo classificato il capitano Alfredo Paroni col l’Ardito I del 1° Gruppo Aerostieri, terzo premio all’ing. Pedace con il pallone Capitano Augusto Ferrero dell’Aero Club di Roma, poi il Ciampino VIII,
Trionfale X, Ciampino X.
In seguito al successo della prima edizione un gruppo di aeronauti veronesi, primo fra tutti Nico Piccoli, decisero di dar vita alla sezione scaligera dell’Aero Club d’Italia. Il 15 marzo 1925 alla presenza del segretario
generale dell’Aero Club di Roma, l’ing. Pedace, si tenne l’assemblea costitutiva che nominò presidente Carlo Ferraro, vicepresidente Cesare Lonardi, segretario generale Nico Piccoli, e Vittorio Raffaldi, Goldschmiedt, Caratti,
Pilade Carboncini e Simonetti quali consiglieri. Il neonato Aero Club decise di fissare la data del 9 agosto per la seconda gara di “caccia alla volpe” e di organizzare, per i primi di aprile, una manifestazione aeronautica per
l’inaugurazione ufficiale. Di queste gare, tuttavia, non c'è traccia.
L'edizione del 1926, "Gara di caccia alla volpe”, Coppa Città di Verona, si tenne il 19 marzo. La Giuria della gara aeronautica era composta dal colonnello Mario Calderara, rappresentante del Ministero della Guerra, da Carlo Ferraro
per l’Aero Club di Verona, dal colonnello Romeo Frassinetti per la Società Aeronautica Italiana, dall’ing. Hinna-Danesi per l’Aero Club di Roma, e dal signor Corbellari come segretario. Di fronte a circa diecimila spettatori
assiepati nell’Arena, verso le ore 15 e con il tempo non proprio clemente si alzava il primo pallone pilotato da Erminio Donner-Flori, seguito dal pallone “volpe” condotto dal solito Usuelli. Due minuti più tardi fu la volta
dei concorrenti: l’aerostato Eolo pilotato dal colonnello Pisani, il Ciampino X pilotato dal capitano Ilari, il Ciampino XIV del capitano Grassi, seguito dal Cap. A. Ferrero condotto dal maggiore Leone, il Ciampino XII del
capitano Paonessa. Complicata fu la partenza del Sirio, che a causa probabilmente di una improvvisa raffica di vento, dopo essersi sollevato di una decina di metri andò a cozzare contro la tribuna delle autorità per poi
impigliarsi su un’antenna della luce. La pronta reazione del pilota, tenente Pirazzoli e del copilota, impedì ulteriori problemi e permise all’aerostato di sollevarsi libero in aria. Il pallone “volpe” prese terra verso
le 17 a San Floriano, sulle alture di Fiumane. Il primo inseguitore a prendere terra fu l’Eolo, distante solo qualche centinaio di metri dalla preda. Accanto discesero pure il Ciampino XIV ed il Sirio, che si contesero
il primo e il secondo posto. Il Ciampino XII a circa 100 metri dalla volpe, mentre il Ciampino X atterrò a circa 1500 metri. Il Capitano A. Ferrero a circa 3000 metri. Quest’ultimo era pilotato dal maggiore Leone dell’Aero
Club di Roma coadiuvato dal veronese Ferraro. Vincitore fu il Sirio condotto dal tenente Pirazzoli, il maggiore Grassi classificato 2°, e tenente Pisani classificato 3°, su sei concorrenti.
Il 27 marzo 1927 fu organizzata la seconda edizione della Coppa Città di Verona per Palloni Sferici. Ufficialmente fu denominata “V Gara Aeronautica della Città di Verona per la Coppa “Ettore Arduino” e dedicata alla memoria
di Celestino Usuelli, pioniere dell’aeronautica, scomparso l'anno precedente. Alla manifestazione, che consisteva in una gara nazionale di caccia alla Volpe per palloni liberi, automobili e motociclette, presero parte otto
sferici, di cui tre militari. A causa del maltempo, la competizione fu rimandata a domenica 3 aprile. Il pallone Volpe partì dieci minuti prima degli altri, mentre quest’ultimi si susseguirono ad intervalli di un minuto
l’uno dall’altro. Automobili e motociclette si misero in marcia dieci minuti dopo la partenza dell’ultimo pallone, secondo l’ordine di iscrizione. Quell’anno il pallone “Volpe” fu l’Ardito I pilotato dal colonnello Ugo
Medori del Gruppo Aerostieri; parteciparono inoltre l’Augusto Ferrero con l’ing. Pedace, il Celestino Usuelli condotto da Erminio Doiner-Flori, il Mina di Ernesto Sioli della Società Aeronautica Italiana, il Ciampino X
del capitano Paonessa e il Ciampino XIV pilotato dal capitano Precerutti. Gli altri tre palloni del Gruppo Aerostieri erano pilotati dal colonnello Domenico Leone, dal capitano Gaetano Scolari e da Francesco Tarantola.
Con un tempo bellissimo il Volpe staccò gli ormeggi alle 15.45 seguito dopo due minuti dalla sequenza degli altri 8 palloni. Partì il Ciampino X, pilota il tenente Annibale Gelato con il tenente Rossetti e il signor
Ferraro, l’Augusto Ferrero pilotato da Pedace con il centurione Ferraro e il sig. Corbellari, il Ciampino XIV del capitano Precerutti con il signor Sometti, l’Indomito III pilota Scolari e capitano Pisani,
l’Indomito II pilotato dal ten. Colonnello Leone e capitano Casacchi, il Ciampino XII con il capitano Paonessa, il ten. Colonnello Bosio e signora Fagioli, l’Indomito I pilotato dal capitano Tarantola, il
Celestino Usuelli del podestà Vittorio Raffaldi, con Nico Piccoli e Cesare Leonardi. Sull’ordine di arrivo ci furono, come l’anno precedente delle controversie. Verso le 16.15 il Ciampino XII rimase
impigliato dalle parti di Trezzolano. Il Ciampino XII era uno sferico di 900 mc. e portava a bordo anche il Colonnello Camillo Bosio ed un passeggero, la signora Fagioli. Partito da Verona alle ore 16, atterrò a
Castagnè alle 17, classificandosi al terzo posto; fu tuttavia squalificato avendo iniziato le operazioni di sgonfiamento prima del pallone Volpe. Il secondo aeronauta del Ciampino X era il sottotenente Rossetti.
Lo sferico si sollevò da Verona e prese terra a Tregnago alle 19.50. Si classificò quinto. Lo sferico Ciampino XIV si classificò sesto. La gara fu vinta dal Ciampino XIV, condotto dal tenente Precerutti che si
assicurò la conquista definitiva della Coppa Città di Verona.
Coppa Ettore Arduino