La prima notizia che possediamo sull'attività del campo di fortuna di Bovolone e della Scuola Alianti risale al 1934. Una comunicazione del fascio di Combattimento di Bovolone indirizzata al Potestà, riferisce
che presto avrà inizio l'attività di una scuola pilotaggio per alianti. Non possediamo documenti certi sulla funzionalità della scuola fino all'estate del 1938. L'Arena di Verona in data 4 luglio 1937 riporta:
" ... allo scopo di facilitare la frequenza ai corsi di pilotaggio a coloro che abitano in provincia e desiderano conseguire il brevetto di pilota di apparecchio a motore (...) ha istituito una scuola di pilotaggio
presso il campo d'aviazione di Bovolone..". Non risulta che poi effettivamente una scuola per velivoli a motore fu effettivamente messa in opera. La Scuola di Volo a Vela di Bovolone, citata anche come Scuola di
Volo senza Motore, fu una delle 35 sedi create e gestite per la diffusione del volo veleggiato dal regime fascista a partire dal 1928, quando fu attivata la prima, a Pavullo nel Frignano (Modena). La scuola ebbe
sede nel "Campo di Fortuna" di Bovolone, al di là del Dosso dei Baldoni, sulla strada che da Bovolone conduce ad Oppeano. L'unità operativa della Scuola, il Reparto Alianti era intitolato a "E. Barbieri".
Le attività delle scuole erano gestite da una organizzazione paramilitare della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), che operava su una massa imponente di giovani fra i 15 e i 18 anni suddivisi in categorie
organizzate a seconda dell'età, selezionando fra migliaia di associati quelli entusiasti dell'Aeronautica e quindi predisposti a servire l'Arma Azzurra, allo scopo di convogliare, armonizzare e coordinare
entusiasmi e intenti, su aspetti più concreti e utili ai fini della difesa nazionale e specificamente aeronautica. L'organizzazione premilitare, resa obbligatoria nel 1934 con apposita legge, suddivideva
in tre settori i giovani prossimi agli obblighi di leva, destinandoli potenzialmente a ciascuna Forza Armata, dando loro, dopo la selezione, una istruzione premilitare più specifica e congeniale. La G.I.L.
Pre-Avieri organizzava per l'Aeronautica una serie di corsi di specializzazione destinati ai fini aeronautici: motoristi, elettricisti, fotografi, radiotelegrafisti, ecc, integrati da corsi di volo a vela
e di cultura aeronautica. Per questo venne creata una vasta e ramificata organizzazione per l'istruzione pre-aeronautica, che nel 1938 aveva in forza circa 20.000 giovani, 600 dei quali conseguirono poi
il brevetto di pilota di aliante. Nel 1939 si ebbero cambiamenti gestionali con il passaggio delle competenze alla Reale Unione Nazionale Aeronautica (RUNA) e la riduzione delle scuole basiche a 10. Nel
1940, infatti, prima dell'entrata in guerra, le scuole di volo librato (o scuole di volo senza motore), che svolgevano corsi periodici erano dislocate a: Casabianca (Torino), Bovolone (Verona), Poggio
Renatico (Ferrara), S.Caterina (Udine), Vizzola Ticino (Varese), Taliedo (Milano), Montecorvino Rovella (Salerno), Frosinone, Monserrato Cagliari. L'attività della scuola cessò l'8 settembre 1943 a
seguito dell'armistizio. L'attività della Scuola è documentata a partire dall'estate del 1938 (Reparto Alianti "E. Barbieri"). E' probabile che l'attività sia iniziata già nella primavera, con la direzione
affidata al sergente maggiore Giuseppe Toson, sotto la cui guida conseguirono il brevetto di volo a vela iniziale centinaia di giovani, e con i quali volò anche, come allievo, Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta
e il futuro tenore Michelangelo Verso. C'erano inoltre il verricellista Luigi Tesini, il motorista Rizzotti e Luigi Rezzati, tutti di Bovolone. Il Direttore della scuola, Toson,per la conduzione dei corsi
e delle attività si avvaleva di tre aiuto-istruttori, uno dei quali era il Ser. Magg. Corsi. Il M.llo Toson si occupava del tirocinio pratico, mentre le lezioni teoriche erano impartite dal sig. Grella.
La flotta era composta di veleggiatori di vario tipo tra cui lo "Zoegling", l'"Allievo Cantù e l'"Asiago" il "CAT 20", almeno un biposto "Bonomi Roma". Era probabilmente presente anche un velivolo
rimorchiatore del tipo Caproni Ca.100 (Caproncino). La scuola di Bovolone dipendeva direttamente dalla sede centrale della RUNA (Reale Unione Nazionale Aviatoria, poi divenuta Aeroclub d'Italia) e
quindi i corsi erano svolti a carattere convittuale. Gli allievi, infatti erano alloggiati nella casa colonica tuttora esistente vicino all'ingresso del campo. L'Arena del 31 giugno 1942 riporta:
"Nella giornata di oggi numerosi ufficiali in congedo visiteranno la scuola di volo librato già in piena attività e frequentata da trenta allievi delle provincie di Bergamo, Bolzano, Ascoli Piceno,
Salerno, Cremona, Campobasso, Pavia, Reggio Emilia, Roma, Verona, Gorizia e Treviso. La visita degli ufficiali segue le precedenti fatte l'8 giugno dal Capo di Stato Maggiore del Comando Federale
della GIL, il 10 giugno, e dal generale di divisione comandante il I gruppo Scuola generale Biffi il quale si è vivamente interessato del funzionamento della scuola, della sua attrezzatura compiacendosi
con il comandante maresciallo Toson. "Presso la scuola era possibile conseguire i brevetti di volo a vela tipo "A" e "B". Il corso di pilotaggio basico (tipo "A"), consisteva nel far eseguire
agli allievi delle strisciate. In pratica brevi corse dei libratori con il pattino che scorreva sul terreno, poi, con l'incremento graduale della velocità e dopo che i neo piloti avevano preso
confidenza con la risposta e l'uso dei comandi, decollavano per tratti rettilinei di circa 300 metri. L'esame consisteva in un lancio aeroelastico a 50 metri di quota, dove l'allievo doveva dimostrare
di essere in grado di eseguire una virata a destra e una a sinistra entrambe di 90°. Il brevetto "B" era invece appannaggio degli allievi, già in possesso del brevetto di primo grado (A); a loro era
richiesto di eseguire una virata di 180°, un otto e una spirale con atterraggio in un rettangolo prefissato di 50 x 100 m. Dovevano rimanere in volo almeno 1 minuto a circa 100 metri di altezza.
I veleggiatori erano lanciati mediante un cavo di acciaio avvolto velocemente in un tamburo rotante (verricello) mosso da un motore a scoppio ed con il classico traino dell'aliante con un aereo
rimorchiatore. Diverse centinaia di giovani conseguirono il brevetto tipo "A", mentre il brevetto "B" fu conseguito da 46 giovani nel 1939. Negli anni successivi il numero dei neo-brevettati si
mantenne pressochè costante. Nel 1943 il programma di addestramento per il brevetto B si articolava in volo librato a forma di 8, strisciate da 20"/25" per 8/10 giorni. poi rette da 20"/25" per
altri 8/10 giorni, quarti di giro da 10"/15" per 10/12 giorni, voli librati a forma di 8 da 10"/15" per 10/12 giorni, voli librati da 8"/10" per 2/3 giorni, prove di brevetto e ancora voli librati
a forma di 8 da 10"/15" di 2 o 3 giorni. Totale durata del corso 45/50 giorni. Le squadre di 25/30 partecipanti erano affidate ad un istruttore con 3 aiuto istruttori. Ogni allievo aveva la possibilità
di fare 70/80 lanci. Il costo di ogni attestato B era di 976,20 lire con un consumo pro-capite di carburante valutato in circa 33 litri. Il programma addestrativo per i corsi di volo a vela per la GIL
era stato messo a punto da uno studio del Prof. Gino Cassinis del Centro Studi ed Esperienze Volo a Vela del Politecnico di Milano che permetteva il conseguimento del brevetto A, necessario per l'accesso
alle scuole di volo veleggiato e con velivoli senza motore per il conseguimento del brevetto B e C. . Oltre ai giovani della provincia furono indirizzati a Bovolone anche allievi provenienti da Mantova,
Rovigo, Ferrara, Cremona, Trento, Pola, Ancona, Chieti, Pesaro, Novara, Bologna e Arezzo. Questo elenco non è esaustivo ma si riferisce solo ai gruppi identificabili attraverso l'archivio fotografico.
Il corso della durata di un paio di settimane si concludeva con il superamento di un esame condotto da una commissione della RUNA. A seguito di una ulteriore ristrutturazione nel 1943 le scuole in
attività (basiche ed avanzate) erano quelle di Vergiate, Bovolone, Moncalieri, Casabianca, Pavullo nel Frignano (perfezionamento), Taliedo, Govone, Udine/S. Caterina, Asiago, Marcigliana. Tra i
giovani brevettati della zona occorre ricordare Alberto Simone di Bovolone, Gastone Zanetti di Nogara, Guerrino Pasqualini di Isola Rizza, Fabio Isalberti di Bovolone, il tenore Michelangelo Verso,
il sig. Falqui di Sinnai (Ca), Carlo De Simone futuro presidente dell'Aeroclub di Verona, Bruno Mantovani, Antonio Giacino di Verona e Guido Pratelli. Il M.llo Giuseppe Toson brevettò oltre
3000 giovani, non sappiamo se tutti a Bovolone ma sicuramente una buona parte. La Scuola di volo Senza Motore di Bovolone dipendeva direttamente dalla sede centrale della Reale Unione Nazionale
Aeronautica ed era in grado di ospitare una trentina di allievi per tutta la durata del corso, che per il brevetto di tipo "B" era di circa 45 giorni. Vitto e alloggio erano somministrati presso
la casa colonica del campo, dove era ospitato anche il custode, e dove per un periodo di tempo abitò anche il direttore del campo, Giuseppe Toson con la sua famiglia. Lungo il perimetro del
campo, di fronte al bivio per Isola Rizza fu realizzato un grande hangar per il ricovero e la manutenzione degli alianti, dell'automobile di servizio e dell'auto dotata di verricello per il traino
degli alianti. Nell'hangar fu anche ricovero per un ceto periodo il velivolo Saiman di proprietà di Tazio Nuvolari. Il lancio degli alianti era effettuato con il sistema del verricello. Si trattava
di una potente auto, una FIAT 509 dismessa cui fu applicato un verricello azionato dal motore, dotato di cavo d'acciaio che si collegava al velivolo per far acquistare al veleggiatore la velocità
necessaria al decollo. Una volta decollato il cavo veniva sganciato e riavvolto. Le altre strutture erano rappresentate da una manica a vento e da una lanterna poste accanto alla casa colonica,
nell'angolo sud ovest del campo. Oltre alle autoverricello, la scuola disponeva anche di un autoveicolo per i recuperi e di un officina per piccole riparazioni/manutenzione per alianti e veicoli.
Nel campo è stato sicuramente presente un velivolo Ca.100 Caproncino a doppio comando appartenente alla R.U.N.A. di Verona. Gli allievi compivano i loro primi movimenti con la "Capra", in pratica
un simulacro di veleggiatore costituito da un unico longherone ed un'ala. Serviva a permettere la familiarizzazione con l'aliante. Veniva trascinato dal verricello a velocità ridotta e strisciava
sul campo senza mai sollevarsi con l'allievo a bordo.
Pietro Cossali
Allievi della Scuola di Volo a Vela con veleggiatore Cantù
Cartolina satirica