Nato a Verona. Sergente pilota di velivolo Caproni Ca.450. Il 14 novembre 1917 compie la sua prima azione con l'8^ Squadriglia sulla zona del Piave ed ebbe il velivolo colpito da una violenta reazione antiaerea. Con l'8^ squadriglia esegue oltre una dozzina di missioni. Nell'agosto del 1918 è trasferito sul fronte albanese con l'11^ Squadriglia Caproni.
×Nato a Verona. Maresciallo del Genio del Corpo Aeronautico militare dirigibilista. Durante la guerra contro l'Austria, in qualità di motorista, prese parte ad azioni di bombardamento. Dopo la guerra passò allo Stabilimento di Costruzioni aeronautiche. Nel 1926 prese parte alla trasvolata polare Roma - Londra - Leningrado - Vatzo Spitzberg, Polo Nord, Teller; nel 1928 partecipò alle trasvolate artiche dell'Aeronave "Italia" e perì il 24 maggio nell'incidente all'aeronave.
×Classe 1890, nato a Villabartolomea il 22 agosto, figlio di Luigi e Serafini Francesca, sergente richiamato alle armi il 24 maggio 1915 con il 3° Reggimento Genio Telegrafisti. dove rimane fino al 2 marzo 1917. Il giorno successivo è a Torino al Deposito Aviatori, e il 7 parte per la scuola pilotaggio di Pisa. Il 27 maggio raggiunge il campo di aviazione di Foggia e il 23 luglio è nominato Pilota Militare. Il 26 settembre raggiunse Malpensa e il 27 febbraio 1918 è con la 310° Squadriglia di Centocelle (Roma). Istruttore di volo a doppio comando a Lonato Pozzolo e a Malpensa arriva, in data 10 agosto 1918, a Ghedi presso la Squadriglia Bombardieri.
×Caporale pilota classe 1899. Fu abilitato al pilotaggio di velivoli da caccia Nieuport e Hanriot Hd.1. Prestò servizio presso la 72^ Squadriglia Caccia di Castenedolo (Bs), dove giunge il 27 settembre 1918, proveniente dalla 5^ Sezione Aeroplani di Padova, reparto di perfezionamento dei piloti da caccia.
×Nato a San Pietro In Cariano. Classe 1885, sottotenente pilota, probabilmente istruttore di volo presso il campo della Malpensa, perì a causa di un incidente aereo il 25 novembre 1918.
×Nato a Trevenzuolo. Mitragliere classe 1893, caporale mitragliere della 5^ Squadriglia Aeroplani di Verona Tombetta. Il soldato Betteghella giunge alla squadriglia il 27 maggio 1916 e compie il primo volo di guerra il 20 giugno successivo con una formazione di 3 Caproni all'attacco del campo di aviazione di Pergine. Il velivolo di Betteghella viene attaccato da due velivoli austriaci. Il 30 luglio un Caproni si reca a bombardare la stazione di Caldonazzo. L'apparecchio colpito da una granata che ne asportò un pezzo di carlinga e guastò irrimediabilmente i motori, fu costretto ad atterarre sul letto del Brenta, nei pressi di Bassano. Il 23 maggio 1917 si trasferisce sul campo della Comina per partecipare alla decima battaglia dell'Isonzo e fa ritorno a Verona il 1 giugno. Il 10 giugno Betteghella muore nello schianto del Ca.2368 sulle roccie, forse a causa del maltempo, nei pressi di Asiago. Decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
×Soldato pilota della 72^ Squadriglia Caccia nato nel 1896 e proveniente dalla 6^ Compagnia Autom. Sprovvisto di brevetto di pilota (Documento del 10 settembre 1918, n. 700 di protocollo della 72^ Squadriglia), era pilota di velivolo Hd.1. Abilitato anche sul Gabardini e sul Nieuport.
×Nato a Verona il 24 maggio 1896, è incorporato nel dicembre del 1914 dapprima nel Genio Specialisti di Roma, ed ottenne a soli 18 anni il suo primo brevetto di pilota. Borgato lo troviamo il 9 novembre 1915 sull'altopiano di Asiago con la XII^ Squadriglia Farman. Quel giorno si alza in volo distaccata sul campo di Asiago per inseguire un velivolo avversario segnalato. Domenica 14 novembre con cattive condizioni meteo si alza in volo sempre alla ricerca di velivoli con a bordo il tenente Stefani. Al ritorno per un guasto al motore è costretto ad atterarre fuori campo e il velivolo rimane danneggiato. Durante una ricognizione con a bordo il Ten. Osservatore Belli, il suo velivolo veniva investito da precise raffiche di artiglieria che ferivano il Belli ad una gamba. Incuranti del pericolo e della gravità della situazione i due aviatori proseguirono sulla rotta stabilita e fecero ritorno al campo solo a missione conclusa. Il 1 gennaio 1916, Borgato è di stanza sull'aeroporto vicentino di Villaverla. Diventa sergente il 31 gennaio 1916, passando poi per breve tempo alla 24^ Squadriglia presso il campo di Pordenone ed infine destinato al campo scuola mitraglieri di Mirafiori il 31 agosto 1916. Venne poi asseganto alla 39^ Squadriglia che diverrà operativa su S.P.2 al campo di Arcade nel gennaio 1917. Nel maggio dello stesso anno la squadriglia prende parte all'azione su Castagnevizza durante la 10^ Battaglia dell'Isonzo. In un altra occasione Borgato si pose all'inseguimento di un velivolo nemico, che portatosi a quota più alta lo fece bersaglio di lancio di freccette. Una di queste, colpita l'elica danneggiò irreparabilmente il velivolo che fu costretto ad atterrare senza motore in un campo vicino a Rosà (Vicenza). Fu decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: "Ardito pilota compì numerose e molto efficaci ricognizioni offensive durante le quali mise l'osservatore nelle condizioni di poter rilevare e fotografare le linee e le difese nemiche spingendosi talvolta molto addentro sulle posizioni avversarie volando in zona di montagna aspra e difficile: fatto segno a fuoco intenso di artiglierie mitragliatrici e fucileria dimostrò sempre calma e fermezza, pura avendo spesso l'apparecchio colpito da molte parti, mandò sempre a compimento le missioni affidatetegli. Zona del Trentino 1915 - 20 agosto 1916. Nel frattempo (maggio 1917) era stato trasferito al campo scuola della Malpensa per istruzione sul velivolo Nieuport. Il 3 luglio successivo passaquadriglia di base a Aiello e poi alla 78^ Squadriglia caccia il 21 settembre 1917 (11 ottobre 1917). Con la 77^ Borgato parteciperà anche ai voli sull'Altopiano della Bainsizza dal 18 agosto al 2 settembre 1917. Borgato, ad ottobre si trova nei pressi di Cormons per appoggiare la grande offensiva sulla Bainsizza. Poco dopo l'assegnazione ebbe la sua prima vittoria sul cielo di Grado. Passò quindi all'81^ Squadriglia (27 ottobre). Questi rapidi passaggi forse sono spiegabili con qualcosa che Borgato aveva commesso irritando il Comandante: si narra che sul petto esibiva costantemente la medaglia di Bronzo e ciò fu giudicato esibizionismo e passibile di punizione. I fatti di Caporetto non permettono di passare ai fatti. Quando il fronte fu consolidato arrivò la punizione: Borgato fu esonerato dalla carica di pilota di aeroplano e il primo marzo del 1918 transitò in un Battaglione del Genio Zappatori con il quale partecipò alla battaglia del Piave. E' accreditato di due vittorie, la prima fra il 10 luglio e il 31 ottobre 1917 quando attaccato da due velivoli austriaci ne abbattè uno e mise in fuga il secondo, la seconda dal 1 gennaio al marzo del 1918. Il 28 marzo 1927 Borgato fu richiamato in servizio presso la Scuola aerea di sesto Calende, mentre il 28 aprile successivo fu assegnato al 15° Gruppo Aerei da Ricognizione. Il 19 aprile 1934 lo troviamo come Sottotenente di complemento nel 27° Fanteria Pavia e poi iscritoo definitivamwente nell'Arma Aeronautica il 6 settembre 1934. Nominato Tenente il 7 ottobre 1937, viene richiamatom per mobilitazione il 24 agosto 1939 e destinato a Bologna. Il 22 maggio 1940 è definitivamente richiamato alle armi e giunge al deposito di Verona. Farà la seconda guerra mondiale come Capitano terminando la propria carriera il 25 ottobre 1942. Muore sotto bombardamento aereo alleato il 23 febbraio 1945 a Rovigo.
×Luigi Bresciani nacque a Verona il 13 marzo 1888. I suoi genitori erano Fortunato, di professione litografo, e Fiorini Costanza. Completati gli studi al Maffei si laureò in ingegneria industriale presso il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano il 17 settembre 1910. Nel 1908 era stato chiamato alle armi per il Regio Esercito come soldato di leva di 1^ Cat., ma per motivi di studio fu posto in congedo illimitato il 20 luglio dello stesso anno. Tre mesi dopo fu nuovamente richiamato e, per lo stesso motivo ottenne nuovamente licenza di ritardo. Nel 1910 frequentò un corso d'istruzione elettronica e nello stesso anno, terminati gli studi, fu chiamato alle armi. Nominato Tenente del Genio Navale, fu destinato a Genova per completare gli studi professionali presso la Regia Scuola Superiore Navale. In questo istituto conseguì la laurea di ingegneria navale e meccanica. Il 16 settembre 1912 fu destinato alla direzione delle costruzioni navali presso l’Arsenale di Venezia. Nel 1913, con il grado di tenente del Genio Navale, ottenne il brevetto di pilota di idrovolante presso la Scuola di aviazione di Venezia (Brevetto n. 6); il brevetto fu conseguito alla guida di un Farman dotato di galleggianti. Trasferito presso l'idroscalo di Venezia svolse un intensa attività di volo prendendo parte ai primi esperimenti di aerocooperazione con le unità della flotta compresi i sommergibili. Nel primo pomeriggio del 25 marzo 1914, con a bordo Giuseppe Miraglia come osservatore, decollò dall’idroscalo dell’Arsenale con l’idrovolante Albatros numero 7. Durante il sorvolo dell’isola di S. Michele si verificò un’avaria ai timoni di profondità. Bresciani cercò di mantenere il controllo dell’aereo per tentare un ammaraggio di fortuna, ma l’aereo cadde tra l’isola di S. Michele e quella di S.Andrea ed egli riportò una contusione ed una leggera ferita alla gamba destra, mentre Miraglia ebbe una lieve ferita all’occhio destro e una lieve commozione cerebrale. Il 14 aprile aprile, tuttavia, era di nuovo in volo per prendere parte alle manovre combinate della flotta. Fu costretto di nuovo ad un ammaraggio di fortuna, questa volta senza danni nei pressi di Codigoro. Per l'occasione furono mobilitati quattro idrovolanti della Squadriglia S. Marco, così era chiamata la squadriglia che aveva sede a Venezia nell’isola di S.Andrea. Al comando di Roberti di Castelvero, erano il Capitano del Genio Navale Alessandro Guidoni, Luigi Bresciani e il Capo di 2^ Enrico Mendoza con il compito di avvistare i sommergibili della classe Euro, Narvalo, Squalo e Tricheco, sulla rotta per Ancona. Gli aerei erano assistiti da una squadriglia di torpediniere. Durante le operazioni, guasti al motore costrinsero Bresciani e Mendoza ad effettuare ammaraggi di emergenza, rispettivamente a Codigoro e alla foce dei Fiumi Uniti. I due sfortunati piloti riuscirono tempestivamente ad effettuare la riparazione dei motori e a raggiungere lo stesso Ancona in tarda serata, dove erano ad attenderli gli altri partecipanti all’esercitazione. Nel mese di maggio del 1914, Bresciani conseguì anche il brevetto di pilota militare. Con la promozione a Capitano del Genio Navale (1 luglio 1914) divenne Capo del reparto Aviazione dell’Arsenale di Venezia. Furono acquistati quattro velivoli Albatros e Bresciani curò la loro motorizzazione con gli Isotta Fraschini V4 da 160 Cv. Nel frattempo erano iniziate le ostilità e Bresciani prese parte a diversi voli sul mare Adriatico. In uno di questi fu costretto all’ammaraggio e rimase molto tempo in mare in attesa dei soccorsi. All’inizio del 1915 la Regia Marina incaricò il capitano Bresciani di curare l’allestimento di cinque trimotori Caproni destinati a costituire un primo nucleo di bombardieri. Il progetto di trasformazione per l’impiego marittimo dei velivoli fu condotto insieme al Capitano del Genio navale Ing. Roberto Prunas nei cantieri SVAN di Venezia. Nacque così un grosso idrovolante a scafo centrale tronco nel quale si poteva sistemare l’equipaggio e collegato alla struttura alare biplanare per mezzo di un' incastellatura metallica. A questo punto Bresciani si rese conto della necessità di disporre di un’adeguata potenza e furono montati i più potenti motori che erano a disposizione in quel periodo: tre Isotta Fraschini V 4B da 150 cv. Il Bre.1, così venne denominato il nuovo aereo, era armato a prua con un cannoncino da 25 mm e a poppa in torretta con una mitragliatrice. Il carico di bombe poteva essere di circa 1.000 Kg. e l’autonomia di circa 400 Km. Le prove effettuate fin dalla fine del 1915 dimostrarono le valide caratteristiche del velivolo, maneggevole e di buon centraggio. Le urgenze dettate dall’evoluzione del conflitto creò un clima di frettolosità che risultò fatale all’ingegnere veronese. Il 3 aprile decollò dall’Arsenale per le prove di tiro con il cannoncino da 25 mm prodiero. Poco dopo si ebbe la rottura di una cerniera alare che causò il distacco dell’ala inferiore del velivolo. Precipitato davanti al Forte di S. Andrea, l’intero equipaggio perse la vita. Alla memoria di Bresciani il 4 aprile 1916 fu conferita la Medaglia d’Argento al valor militare con la seguente motivazione: “Sin dall’inizio della guerra, provetto aviatore, eseguì numerose esplorazioni in territorio nemico, diede notevole impulso all’aviazione marittima dedicandosi con ardore e successo alla costruzione di un velivolo di grande potenza militare” (Alto Adriatico – maggio 1915 aprile 1916).
×Classe 1894, nato a San Massimo sull'Adige il 4 gennaio da Vincenzo e De Turri Rosa. Il 15 maggio 1915 è presso la scuola di pilotaggio di Pisa S. Giusto. Giunse alla 6^ Squadriglia Caproni il 6 maggio del 1916.
Il 9 agosto 1916 il bombardiere Caproni Ca. 1157, della 6^ Squadriglia, batte Prevcina nel quadro delle azioni a sostegno della sesta battaglia dell'Isonzo. Ai comandi ci sono il Sottotenente Ignazio Thaon di Revel e il sergente Domenico
Cacciatori. L'equipaggio respinge per tre volte l'attacco di un Fokker ed alla fine lo vede scendere a precipizio verso Ronziano. Il 2 maggio tutta la squadriglia esegue un bombardamento notturno su Opcina. Il 19 maggio 1918,
Cacciatori compie un attacco alla stazione ferroviaria di Grigno partendo dall'aeroporto di Cà degli Oppi. Il 31 maggio 1918, a bordo del Caproni 2376 (Ten. Soliani) attacca il campo di aviazione austriaco di Gardolo e il successivo
giorno, l' 8, quello di Pergine sempre a bordo dello stesso velivolo. Di nuovo in azione il 10 giugno sull'aeroporto di Gardolo, ma la missione venne interrotta per le cattive condizioni meteo. Rimane con la Squadriglia fino all'aprile
del 1919 quando fu trasferito alla 4^ Caproni. Il 12 dicembre 1919 era presso il 2° reggimento Artiglieria da Montagna, Belluno. Decorato Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
"PILOTA CALMO ED AUDACE PRENDEVA PARTE A NUMEROSE AZIONI DI BO,BARDAMENTO DIURNO E NOTTURNO ATTACCATO IN TERRITORIO NEMICO DA UN APPARECCHIO CACCIA CON ABILE MANOVRA PERMETTEVA AL MITRAGLIERE DI CONTRATTACCARE IL FUOCO
AVVERSARIO CHE PRECIPITAVA QUINDI COLPITO AL SUOLO CIELO DEL CARSO E DEL TRENTINO 9/08/16 27/02/18” NUMERO D’ORDINE 41192 REGISTRATO CC 16/07/19 REGISTRO 139 MINISTERO GUERRA F. 33". Decorato con Medaglia di Bronzo al V.M.
con la seguente motivazione:" PILOTA DI GRANDE VALORE E SICUREZZA DEL PERIODO TRASCORSO IN SQUDRIGLIA COMPI’ 45 GIORNI DIGUERRA FRA DIFFICOLTA’ DI OGNI GENERE OTTENENDO SEMPRE OTTIMI RISULTATI. GRAZIE AL SUO ALTO SENTIMENTO
AL DOVERE ED ALLA SUA TENACIA ESEGUI’ LODEVOLMENTE BOMBARDAMNETI PER LA RIUSCITA DEI QUALI SI RENDEVA INDISPENSABILE BELLE QUALITA’ DI SOLDATO COSTANTE ESEMPIO DI CORAGGIO DI CALMA E DI VALORE” CIELO DEL TRENTINO – PIAVE AGOSTO
1916-OTTOBRE 1918 NUMERO D’ORDINE 63314 CONCESSIONE REGISTRATO CC 05/1/21 REGISTRO 189 MINISTERO GUERRA F. 122". Ottenne anche la Croce al Merito n. 879.
Si brevettò nel 1912 a Somma Lombardo. Dopo esser stato comandante del campo di Bologna e aver prestato servizio nella 7^ Squadriglia Nieuport prima dell'arrivo di Baracca, passò sui dirigibili volando con l'M3 e poi con l'M14, tra Verona e Ferrara. In seno alle forze aeree raggiunse il grado di generale, comandando tra l'altro anche Montecelio, sede della Direzione Superiore Studi ed Esperienze e terminando la carriera come addetto aeronautico a Londra.
×Figlio di un Ufficiale di carriera dell'esercito, Marco, e di Eleonora Tantini, Mario Calderara nacque a Verona il 10 ottobre 1879. Ammesso all'Accademia Navale di Livorno nel 1898, era conosciuto dai suoi compagni di corso per la sua mania per il volo umano. Dopo i primi contatti con i fratelli Wright e le lezioni a Roma con uno dei due (Wilbur), nel 1909 Mario Calderara prese il brevetto italiano di pilota n.1. Nel settembre del 1910 il Calderara partecipò al 1º circuito aereo di Brescia e vinse cinque premi su otto raggiungendo il record di distanza di 50 km con un apparecchio biplano Wright-Ariel da lui stesso ricostruito. Nel novembre del 1910 progettò un aeroplano navale per la marina, che realizzò nel 1912: primo progetto di idroplano interamente italiano, era un monoplano di concezione nuova e originale, a tre galleggianti, con motore Gnome da 100 HP e con velocità di circa 80 km/h. Contrariato dalla scarsezza dei mezzi, dall'incomprensione e dallo scetticismo delle autorità, dall'invidia dei colleghi per i suoi successi, seppe vincere lo sconforto e insistere con tenacia fino al raggiungimento del suo scopo: l'8 giugno 1912, dopo alcune prove di flottaggio, il grosso apparecchio decollò facilmente dalla rada di La Spezia con tre persone a bordo oltre il pilota. Nel 1913 Calderara costituì la Società di Aeroplani Savoia. La I Guerra Mondiale si avvicinava, e la Marina italiana impose a Mario Calderara un'interruzione delle sue attività aeronautiche ed un ritorno ai suoi compiti di servizio navale. Durante la guerra, Calderara fu imbarcato su varie navi da guerra, l'ultima destinazione al comando di una torpediniera in Adriatico. Alla fine del 1917, Il Ministero lo destinò al comando di una nuova scuola per piloti di idrovolanti sulle sponde del lago di Bolsena, a nord di Roma. Gli allievi piloti erano degli ufficiali della Marina Americana (l'America era appena entrata in guerra) e la scuola svolse le proprie attività durante tutto il 1918 e fino al mese di luglio 1919. L'attività di istruzione dei piloti americani da parte del Calderara fu giudicata molto meritevole, non essendovi stato alcun incidente di volo in diciotto mesi, costituiva una dimostrazione di sicurezza e perizia eccezionali per quei giorni. La Marina degli Stati Uniti fu impressionata dalla capacità del Capitano di Corvetta Calderara, e gli conferì la "American Navy Cross".
×Sergente pilota della 3^ Squadriglia Caproni. Come soldato arrivò alla 3^ l'8 marzo 1918, proveniente dalla scuola piloti di Cascina Costa. La prima azione di guerra la compie il 18 maggio con il Caproni Ca.1185, dal campo di Aviano, per un bombardamento del paese di Fosorica. Nella missione successiva, del 23 maggio, pilota (secondo) il Ca.1254, che è attaccato da un velivolo austriaco. Grazie anche all'aiuto di un caccia riesce ad allontanarlo, ma il velivolo viene colpito dalla contraerea alle ali, ma riesce a rientrare. Sabato 4 agosto insieme ad altri 2 velivoli vanno ad attaccare la piazzaforte di Pola. Il velivolo di Casellato ha presto una inefficienza al motore centrale e non riesce a portarsi ad oltre 1500 metri di quota.Diminuendo ancora il rendimento degli altri due motori, dopo essere stato attaccato da un idrovolante austro-ungarico, bombarda Cittanova e rientra alla base. Ritorna su Pola la notte del 9 agosto, dove, ricercato dai fari e soggetto ad un violento fuoco di contarerea, il velivolo viene di nuovo colpito. Il giorno dopo è di nuovo in volo con lo stesso velivolo (2394) ed appena passate le linee viene colpito ai apini di coda dal fuoco antiaereo che ferisce lievemente il mitragliere Vernizzi. L'equipaggio continua la rotta verso l'obiettivo ma non potendo manovrare è costretto a fare ritorno dopo aver bombardato la zona di Batele e Logovitz. Viene colpito dalla contraerea anche il 19, con danni che costringono al rientro. Il 23 agosto parte alle 18.10 con il vicentino tenente Sambo per colpire la stazione di Grahovo. Un preciso fuoco contraereo insegue l'unità colpendola in vari punto. Sulla via del ritorno sono attaccati da un velivolo nemico da cui si libera con raffiche di mitragliatrice. E' di nuovo colpito alle ali destre dal fuoco della contraerea anche due giorni dopo e successivamente nel volo del 4 settembre. Ritorna in volo il 3 novembre e il 5 dicembre la squadriglia viene trasferita al campo di Padova per azionin principalmente da svolgere sulla zona degli altipiani. Dal 24 dicembre la squadriglia cessa le azioni sul fronte italiano ed inizia la preparazione per il trasferimento , il 9 gennaio 1918, in Francia sul campo di Longvic. Passato poi su altri campi francesi vi rimase fino al termine delle ostilità. Fu decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare e successivamente di MBVM.
×Tenente Osservatore. Entra nella 27^ Squadriglia nel settembre 1916 a Campoformido con velivolo Farman. In questa squadriglia riceve la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Nel luglio del 1917, dopo un passaggio presso la 32^, lo troviamo a Campoformido nella nuova 132^ con velivoli Pomilio PC, ma dopo un paio di mesi è alla 133^. Nel 1917 gli fu conferita una seconda MBVM.
×Sergente Maggiore pilota classe 1891. Di origini umbre, fu abilitato al pilotaggio di velivoli da caccia Nieuport, Hanriot. Mobilitato con la 12^ Farman a Verona allo scoppio delle ostilità, il 7 novembre 1915 in ricognizione attacca, insieme ad un altro velivolo della squadriglia, due velivoli nemici e li mette in fuga. Al 1 gennaio 1916 è a Villaverla e il 16 attacca un comando austriaco in Val Lagarina dove viene ripetutamente colpito dal fuoco di terra. Viene decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Cambiato il nome della squadriglia in 32^ il 3 maggio 1916 il reparto va a bombardare Levico. Al ritorno il velivolo di Cruciani si trova con una bomba da 162 mm non sganciata che si stacca all'atterraggio e danneggia il velivolo. Nel febbraio 1917 è a Cavazzo Carnico con la neocostituita 24^ Squadriglia su SP2. L'8 agosto, Cruciani in ricognizione insegue un aereo nemico fino alla confluenza del Bat con il Tagliamento sparandogli contro 100 colpi. Il Savoia Pomilio fu ripetutamente colpito da schegge nemiche. Il 6 novembre compie una rischiosa ricognizione. Gli fu conferita una seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare. Nel marzo del 1918, passato alla caccia, è a Castenedolo con la 2^ Sezione della 72^ Squadriglia con velivoli Ni.27. Nel maggio 1918 la 2^ Sezione diviene la 74^ Squadriglia Caccia e inviata a Civitate Camuno.
×Sergente pilota classe 1895. Proveniente dall'80° Reggimento Fanteria, conseguì il brevetto di pilota di 1° il 27 ottobre 1917, quello di 2° il 14 gennaio 1918 presso il Centro Addestramento di Ghedi. Giunse alla 56^ Squadriglia SVA, il 6 luglio 1919.
×De Winkel prese il brevetto di pilota numero 65. Prestò servizio in cavalleria.
×Nato nel 1898 a Vigasio, entrò a far parte della 21^ Squadriglia negli ultimi mesi di guerra e prese parte alle operazioni della battaglia finale di Vittorio Veneto, come soldato pilota. Dal 22 ottobre è con la 1^ sezione assegnata al I Corpo d'Armata sul campo di aviazione di Castel di Codego.
×Mitragliere della 3^ Squadriglia Caproni. Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare. Motivazione: Mitragliere calmo e coraggioso prendeva parte a numerose e difficili azioni di bombardamento, respingendo i numerosi attacchi di velivoli nemici. Si offriva spontaneamente di compiere pericolose missioni, dando prova di alto spirito combattivo e di profondo sentimento del dovere. Cielo del Trentino, del Carso e dell'Istria. Luglio 1916, settembre 1917.
×Figlio di Giovan Battista, nacque a Verona il 18/06/1895; era Sergente Pilota presso il deposito aeronautica e morì nei cieli di Cordenons il 23/10/1918, durante un volo di ricognizione con a bordo il tenente osservatore Miari Fulcis. Ferrari inizia a volare con la 21^ squadriglia nella primavera del 1917. Nei giorni di Caporetto il reparto si ritira a Ponte San Pietro per riorganizzarsi. In questo periodo viene decorato con la prima Medaglia d'Argento al Valor Miliatare con la seguente motivazione: “Ferrari Luigi, sergente artiglieria a cavallo, 2° gruppo aeroplani, 21° squadriglia. Pilota abile e coraggioso, durante cinque mesi di ininterrotto servizio, compì numerosi e arditi voli, e, dando costante esempio di disciplina e spirito di sacrificio, portò sempre a termine ogni arduo mandato affidatogli. Più volte, attaccato da velivoli nemici, contrappose brillantemente il suo valore e la sua sicura manovra alla superiorità dell’avversario. Cielo del Medio e Alto Isonzo, Maggio-Settembre 1917”. Nel novembre del 1917 passa alla 22^ Squadriglia sul campo di Istrana che proprio in quel periodo comincia ad armarsi con i velivoli SIA 7b. In questo reparto rimane poco perchè il 23 aprile 1918 fa parte della costituenda 4^ Sezione SVA basata a S. Luca Fossalunga con il compito di effettuar missioni di ricognizioni strategiche alle dirette dipendenze del Comando di Aeronautica della nuova 8^ Armata. Il 29 settembre Ferrari insieme al sottotenente Damiano Miari Fulcis sono in missione, quando sono attaccati da tre caccia avversari: i due SVA reagiscono e dopo un lungo duello Ferrari, con l'aiuto di Miari Fulcis ne abbatte uno a Pianzano, mentre gli altri si danno alla fuga. Il 20 ottobre la 4^ sezione SVA si trasforma nella 56^ Squadriglia SVA. Ferrari perde la vita tre giorni dopo a Sacile, precipitando per la rottura in volo di un ala del suo SVA 11865. Gli fu attribuita una seconda decorazione al valore (Medaglia d'Argento) con la seguente motivazione: “Sergente reggimento artiglieria a cavallo, 4° sezione aeroplani S.V.A. Pilota da ricognizione arditissimo ed instancabile, sempre pronto alle imprese più audaci, compiva numerosissimi voli in territorio nemico, sfidando impavido le artiglierie antiaeree avversarie, che parecchie volte gli colpirono l’apparecchio. Unendo il valore all’intelligenza, portava preziose informazioni sul nemico mediante importantissimi rilievi fotografici, di zone lontane, spingendosi parecchie volte oltre le nostre linee in centri importanti. Si distingueva durante l’offensiva nemica sul Montello, eseguendo a bassissima quota ed in condizioni atmosferiche avverse efficaci mitragliamenti di truppa avversaria. Partendo sempre con la stessa fede e con la stessa serenità, lasciava la vita in combattimento durante una delle ultime azioni di guerra. Medio Piave, Maggio-Agosto. Montello 15-16 Giugno. Cielo di Udine e Gorizia, 24 Giugno-23 Ottobre 1918”
×Il famoso personaggio rodigino, nacque tuttavia a Legnago nel 1891, allo scoppio della guerra Finzi, pur già riformato per deficienza toracica, riuscì a frasi accettare dal Regio Esercito. Il 29 giugno 1915 era soldato volontario nella 6^ compagnia automobilisti del Reggimento Artiglieria a Cavallo con funzioni di staffetta motociclistica. Aspirante ufficiale di complemento in artiglieria del 21° Artiglieria da Campagna nel gennaio 1916. Ma vi rimase poco, perché riuscì presto a farsi comandare al Battaglione Aerostieri, poi al Corpo Aeronautico, giungendo al Battaglione Scuole Aviatori dove divenne infine Allievo Pilota il 30 giugno di quell’anno. Proprio il pilotaggio costituì un punto chiave della vita di Finzi. Infatti, promosso tenente, venne assegnato alla 48^ Squadriglia Aeroplani, dove iniziò subito un intensa attività di ricognizione, pericolosa e poco gratificante perché condotta con i già superati biplani Caudron G.3 e G.4. Presso la 48^ conobbe Natale Palli, che a fine 1917 lo avrebbe invitato a raggiungerlo a Ponte San Pietro (Bergamo) ove era in corso di costituzione la 87^ Squadriglia. Una ricognizione strategica in Val d’Adige e fino a Bolzano del 24 aprile 1917 gli valse, con la successiva missione su Fortezza e Bressanone, una medaglia di bronzo sul campo, e due mesi dopo la foto di Finzi col suo aereo comparve sul Secolo Illustrato. Il 16 agosto 1917 fu trasferito alla 43^ Squadriglia, dove rimase fino a novembre. Il 17 dicembre Finzi raggiunse definitivamente la 87^ Squadriglia. Composta quasi interamente di giovani aviatori veneti, che la battezzarono “La Serenissima” ed adottarono l’augusta insegna del Leone di S. Marco, l’87^ fu dotata del nuovo e velocissimo ricognitore Ansaldo SVA. Fu qui che Finzi entrò pienamente nell’ambiente al tempo stesso esaltato e patriottico, tecnici stico ed informale che, mescolato ad altre tendenze già presenti nella società italiana, nel dopoguerra avrebbe partorito quel cocktail di insoddisfazione e violenza che Mussolini cavalcò spregiudicamente sino a plasmare il fascismo. Come recita la motivazione della sua prima medaglia d’argento, nella primavera del 1918 Finzi “di ritorno da una ricognizione durata quasi tre ore, avvertito da colpi antiaerei che apparecchi nemici volavano sul nostro territorio, nei pressi di Mori, vi accorreva, trovando un apparecchio da ricognizione, scortato da due caccia. Attaccava risoluto, metteva in fuga gli apparecchi da caccia ed abbatteva l’apparecchio da ricognizione”. Quando nel 1918 D’Annunzio scelse l’87^ Squadriglia per realizzare l’antica ambizione di violare il cielo di Vienna, Finzi fu uno dei sette piloti che riuscirono a portare a termine l’impresa. Durante la permanenza con l’87^ il pilota polesano unì all’intensa attività di volo anche funzioni tecniche: sua è ad esempio la Relazione sul Funzionamento e Consumo di apparecchio e motore nel volo S. Pelagio-Vienna e ritorno. L’ardita missione gli valse una seconda medaglia d’argento. Alcuni documenti illuminano il carattere dell’aviatore polesano. Un rapporto informativo in data 25 agosto 1918 gli attribuiva “carattere vivace, facilmente eccitabile, spirito critico ma in fondo buono”. Cosa queste parole indicassero è chiarito dal rapporto sull’87^ Squadriglia redatto il 20 agosto 1918 dal Tenente Colonnello Carta. Esaminando l’imbarazzante inefficienza in cui il reparto era precipitato dopo il celebre volo, Carta scoprì come l’autorità del Capitano Masprone, che comandava il reparto ma volava pochissimo, fosse contestata da Finzi e Locatelli che per la loro maggiore esperienza intervenivano nella gestione del reparto contro ogni norma disciplinare. La situazione degenerò al punto che Masprone fu esonerato dal comando (passato a Palli), Finzi trasferito alla 1^ Armata, e Locatelli alla squadra Siluranti Aeree di D’Annunzio. Altri quattro piloti furono trasferiti per scarso rendimento. L’episodio conferma un po’ tutte le sfaccettature di Aldo Finzi:capace, deciso, irruento. Caratteristiche che avrebbe mantenuto sino alla morte.
×Sottotenente di complemento. Medaglia di Bronzo al Valor Militare: "Osservazione di un pallone frenato, fatto segno ad alta quota ad un deciso attacco di un aereo nemico, con fermezza e sprezzo del pericolo, si gettava dalla navicella col paracadute. Successivamente allo attacco continuava a prestar servizio da osservatore dimostrando fermezza e coraggio particolari." Lio Maggiore (Burano Venezia) 15 novembre 1917
×Lutaldo Galetto fu un pilota della ricognizione nella Grande Guerra, nacque a Sanguinetto (Vr) il 30 settembre 1895, e dopo gli studi tecnici entrò in servizio presso il 18° Reggimento Fanteria, ma poco prima dello scoppio della guerra era già presso il Battaglione Aviatori e il 26 maggio 1915 arrivò in Francia, presso il Centro dell'Aviazione Militare di Pont Long, a Pau capoluogo del dipartimento dei Pirenei Atlantici nella regione dell'Aquitania. Qui iniziò il ciclo addestrativo per conseguire il brevetto di pilota con il velivolo Bleriot XI. Il primo rullaggio fu compiuto il 31 maggio e il primo volo in data 19 giugno. Esattamente un mese dopo superava l'esame per il brevetto di volo di 1° grado, che fu sanzionato amministrativamente il 9 settembre, così come riportato sul libretto di volo francese. Dopo aver effettuato due prove di navigazione il 15 e 16 settembre, Galetto rientrava a Torino presso il Battaglione Aviatori per poi essere inviato a Pisa per l'effettuazione della transizione sul velivolo Caudron G.3. Completato il nuovo ciclo addestrativo il 7 novembre 1915, lo ritroviamo più tardi in forza alla 43^ Squadriglia, costituita il 15 aprile 1916 sul campo di Gonars. Nel frattempo, il 1 febbraio 1916, Galetto era stato promosso Sergente pilota, e come tale è riportato nella situazione dei mezzi aviatori redatto dalla 43^ Squadriglia il 31 maggio 1916. Con lui erano i piloti tenenti Piero Gavadini, Sten Giuseppe Screpanti, sergenti Antonio Amantea, Carlo Magno Grandinetti, Mario Sereni, e i caporali Sivio Gappi e Vincenzo Contratti. Gli osservatori Capitano Porro, Tenente Amedeo Raffone, S.Ten Pietro Baggio, Edvino Dal Mas, Alfredo Galassi, Giovanni Gori, Giovanni Tacconi e Mauro Trivellato. Il reparto era equipaggiato con 9 Caudron G.3 80 HP. Il 1 maggio 1916 la Squadriglia si era spostata da Medeuzza a Risano, pochi chilometri ad ovest, al servizio della VI Corpo d’Armata e agisce su Gorizia. Il 12 giugno si trasferisce improvvisamente dal fronte del Carso al Trentino, per fronteggiare l’offensiva austriaca. La Squadriglia è di stanza a Castel di Godega, entrando nel VII Gruppo e viene messa a disposizione del XVIII e XX Corpo d’Armata per controllo d’artiglieria e ricognizioni a vasto raggio. Galetto vola il 13 giugno con l'osservatore Ten. Tacconi per orientamento sulle linee e il 25 lo stesso equipaggio compie una ricognizione sempre nella conca di Gorizia. Lo stesso tipo di missione si ripete il 2 luglio. Il 12 luglio si sposta al campo di Feltre e con lo stesso osservatore è in volo il 22 luglio per una ricognizione fotografica nella zona del Passo Agnella. Il velivolo venne colpito da numerosi shrapnel sulle ali. Ritorna in Friuli al V Gruppo il 23 luglio al campo di Sammarderchia sul fronte isontino della 3^ Armata per la conquista di Gorizia e rientra al VI Corpo d’Armata. L'8 agosto è in ricognizione su Gorizia e il 12 settembre sull'altopiano carsico dove il velivolo fu colpito da una pallottola su un ala. Fu di nuovo colpito nell'ala superiore destra durante una ricognizione su Castagnevizza l'11 novembre. Rimase a Castel di Godego fino al 22 luglio 1916 per poi passare a Feltre. Ma il 27 luglio era a Sammarderchia in vista delle operazioni sull'Isonzo. Nel dicembre dello stesso anno si trasferì a Bolzano del Friuli. Al 1 gennaio 1917 risulta ancora in forza alla 43° Squadriglia. Il 12 gennaio 1917 fu promosso aspirante e poi trasferito alla 44^ Squadriglia anch'essa basata a Gonars. In questo reparto militava Silvio Scaroni, futuro asso della caccia. Il 29 maggio 1917 fu trasferito a Mirafiori per il passaggio sul bimotore Caudron G.4 e dal 26 giugno fu assegnato alla 48^ Squadriglia, comandata dal Capitano Felice Porro sul campo di Belluno a sostegno della 4^ Armata. L'8 luglio 1917 fu promosso Sottotenente (con anzianità di grado 1 gennaio). L'attività addestrativa iniziò il 28 giugno e la prima azione di guerra la compì il 13 luglio 1917 con una ricognizione sul Monte Piano con l'osservatore Ten. Barichello. A causa di una piantata motore di destra , Galetto fu costretto ad un atterraggio di emergenza sul campo di soccorso di Cortina. L'abilità e la sicurezza dimostrata nell'occasione gli valse un encomio tributato dal comando del XII Gruppo. Il velivolo, un G.4 aveva anche ricevuto un paio di colpi da shrapnel. Il 24 luglio, sempre con il Ten. Barichello a bordo, fu costretto ad abortire una missione di ricognizione a causa del cattivo funzionamento di un motore. Il 27 luglio effettuarono una ricognizione fotografica su Toblingen Kuden ma dopo quasi due ore di volo furono costretti al rientro a causa di una densa copertura nuvolosa. Il 3 agosto eseguì con il Ten. osservatore Ferretti una ricognizione dal Passo Pordoi-Piz Boè fino a Plan de Sass e da La Villa Rio Parè-Tagliata Tre Sassi, abbassandosi anche a mitragliare le postazioni nemiche. L'8 agosto fu la volta della zona Forte Dossaggio e le Batterie Crigole, con a bordo il Ten. Graziani per oltre 3 ore di volo. Il 18 agosto nuovo tentativo di ricognizione interrotto per nubi e il giorno successivo oltre due ore di volo sulla zona di Val Travignolo e Predazzo, sempre con Graziani e accompagnati da un intenso fuoco antiareo delle batterie del Piavac e del Dossaccio. Il 25 agosto tenta una ricognizione con il Cap. Porro che deve essere interrotta per nubi, mentre il 28 agosto vola in ricognizione con a bordo il Cap. Porro ma è costretto di nuovo all'atterraggio per panne motore sul campo di Santa Giustina dopo appena 35'. La rottura del motore proiettò pezzi di metallo contro il longherone dell'ala superiore rischiando di colpire l'osservatore Porro. Di nuovo la sfortuna si accanisce il primo settembre quando fu costretto ad una nuova interruzione del volo per il cattivo funzionamento del motore con a bordo il Ten. Laghini. Una ricognizione di 100' riuscì il 6 settembre con il S. Ten. Capalbi, mentre il 20 settembre furono di nuovo costretti ad un atterraggio di fortuna sul campo di Cortina per panne motore ma dopo aver mitragliato per tre volte i rincalzi austriaci sul Col di Lana dalla quota di 500 metri. Il 23 settembre, Galetto dovette effettuare il terzo atterraggio di fortuna, sempre con Graziani a bordo, sul campo di Fiera di Primiero per i danni causati all'elica e all'ala superiore dal solito motore difettoso. Nuove ricognizioni il 28 settembre e il 22 ottobre, la prima con il S.Ten. Capalbi sul Lago di San Luca, la seconda con il Ten. Laghini sulla Valle di Rienz. Il 2 novembre effettuò una crociera con il mitragliere Gobbi. Intensissima l'attività di volo durante i tragici giorni di Caporetto. Vola in ricognizione il 12, il 15 e il 16 novembre. Il 19 novembre 1917 il S. Ten. Galetto compie una ricognizione fotografica con l'osservatore S. Ten. Capalbi lungo l'itinerario S. Vito, Segusino, Fener, Faveri, Colmirano, Alano di Piave. Di nuovo in ricognizione il 13 e il 16 dicembre. Nella prima deve compiere un nuovo atterraggio d'emergenza per panne al motore. Il 5 e il 9 gennaio 1918 tenta di nuovo delle ricognizioni, mentre il 14 nè porta a termine una sull'Asolone e sul Monte Pertica insieme al Cap. Porro. In conseguenza dell'arretramento del fronte in novembre il reparto era ripiegato su Casoni, poi Santa Giustina e infine Castel di Codego dove si trovava il 1 gennaio 1918. La missione insieme a Porro del 14 gennaio fu probabilmente l'ultima della guerra di Lutaldo Galetto che il 14 febbraio fu aggregato al Battaglione Scuole Aviatori per diventare istruttore. Il trasferimento al Battaglione Scuole fu formalizzato nel novembre del 1918. Nel frattempo, a marzo del 1918, Galetto, divenne istruttore di volo della Scuola Caccia di Busto Arsizio, effettuò il passaggio sul velivolo Niuport Ni.10 ed nel settembre dello stesso ottenne la qualifica di istruttore. Durante l'estate del 1918 lo troviamo alla Scuola Tiro Aereo di Furbara (Roma) dove rimase probabilmente per buona parte del 1919. Congedatosi dall'Esercito, nel dopoguerra, probabilmente nel 1920 o agli inizi del 1921 e si stabilì a Caldonazzo (Tn) dove avviò un'attività nel settore del legno. Nel 1922 fece da tramite, da parte di Emilio Strafelini, per l'acquisto dell'esemplare Ni. 13469, che oggi fa bella mostra di sè presso il Museo della Guerra di Rovereto. Il velivolo fu forse trasferito in volo dallo stesso Galetto, che successivamente pose fine alla carriera dell'esemplare in un incidente, stando al racconto di Gino Piccoli di un atterraggio fortunoso del maggio del 1922 a S. Giorgio, nella zona sud della città, nei pressi di Nevesel finito contro un gelso. Galetto in famiglia ha sempre ricordato di aver anticipato il prezzo dell'aereo senza essere mai rimborsato da Strafelini, un roveretano agiato ma non pilota. Fu richiamato nella Regia Aeronautica nel 1935 con il grado di Capitano e posto nuovamente in congedo nello stesso anno. Lutalto Galetto è morto nel 1969. Compì in totale 88 missioni di ricognizione aerea e sostenne numerosi combattimenti aerei. Colpito 6 volte dalla contraerea fu proposto e fu decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Ardito e brillante pilota, in ventitre mesi di guerra, compì ben settantasette ricognizioni sfidando con sereno coraggio il fuoco aggiustato degli antiaerei nemici, che colpirono più volte il suo apparecchio. Eseguì molti voli di osservazione di tiro e scese più volte a basse quota per permettere all'osservatore di compiere rilievi fotografici importanti. Eseguì alcune ricognizioni in giornate di vento fortissimo e di maltempo. Fu più volte attaccato da apparecchi avversari . In ogni circostanza dimostrò alto sentimento del dovere, calma, fermo carattere, alto entusiasmo. Carso, gennaio-marzo, Trentino, giugno-luglio 1916, marzo 1917. Cadore, luglio-settembre 1917 " . Dopo 83 missioni di guerra fu proposto per una seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare, che non ebbe seguito, ma fu decorato, il 20 luglio 1919, con la Croce al Merito di Guerra. Il 23 marzo 1918, nel corso di una solenne cerimonia organizzata alla Scala di Milano dalla Lega Aerea Nazionale per distribuire premi e distintivi ai più abili, valorosi e celebrati piloti, fu insignito di una Medaglia d'Oro. Con lui, aviatori come Valle, Porro, Bourlot, Ranza, Baracchini, Ancillotto, Scaroni ...
×Pilota. A fine maggio 1918 raggiunge la 87^ Squadriglia sul campo di San Pelagio e partecipa alle operazioni sul fronte del Piave. Ma il 1 giugno è a Gazzo con la 82^ Squadriglia Caccia.
×Bersagliere, nativo di Bardolino, diventò poi pilota e prestò servizio nella 103a Squadriglia Voisin. Basato a Brindisi dal novembre 1916 era al servizio della Regia Marina per la protezione della base navale. Nell'aprile del 1917 è in servizio presso la la 25^ sul campo di Pozzuolo. Durante i mesi di maggio e giugno compì numerose missioni tali da essere encomiato. Nei giorni di Caporetto partecipa al bombardamento delle truppe avversarie che hanno sfondato. Durante uno di questi, il 25 ottobre, Gelmetti è l'unico a ritornare alla base di quattro velivoli partiti. Nel 1917 viene decorato con una Medaglia d'Argento al Valor Militare. Fu tra i fondatori della "Giovane Italia" il reparto segreto che atterrava oltre le linee nemiche a depositare informatori in abiti civili. Infatti è ricordato per essere stato il primo pilota utilizzato per infiltrare agenti destinati a raccogliere dati oltre le linee avversarie, e fu lui a trasportare con il suo Voisin Camillo De Carlo e Giovanni Bottecchia nella prima impresa del servizio informazioni della 3a Armata. Gelmetti venne selezionato per la sua grande esperienza con il Voisin, velivolo ai comandi del quale era in grado di reggere il confronto anche con uno Spad. Col grado di capitano passò il 30 aprile del 1918 al comando della 80a Squadriglia a Marcon. Il 17 maggio va in crociera dal mare al Montello con uno SPAD prestato dalla 77^ Squadriglia e per un guasto al motore è costretto ad atterrare fuori campo sfasciando l'aereo. Il 17 giugno costringe ad atterrare entro le linee italiane, nei pressi di Capo D'Argine, un biposto con la mimetica "screziata come lo SPAD 200 hp". Si trattava del Phonix C.1 121.22 , che recuperato, sarà fonte di contenzioso tra Gelmetti ed una sezione di mitraglieri che da terra ne rivendicavano l'abbattimento. Dopo la guerra continuò la carriera fino a diventare generale.
×Di Vittorio, nato a Bovolone il 28 aprile 1893 da famiglia bresciana residente a Chiari (Bs). Soldato mitragliere della 6^ Squadriglia Caproni dove giunse negli ultimi mesi di guerra (probabilmente il 4 ottobre a bordo del Caproni 600 Hp 11647 da Taliedo. Il 20 ottobre fece un volo di prova del nuovo trimotore. Il 27 ottobre 1918 6 velivoli partono alle 10.40 da Verona Tombetta per un bombardamento di Vittorio Veneto durante lo sfondamento italiano. Giampaoli si rende protagonista di un episodio che gli varrà la Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione: Mitragliere d'aeroplano durante un azione di guerra diurna per il cattivo funzionamento del lanciabombe era costretto a togliersi i guanti per liberare l'apparecchio dalle bombe. A causa del freddo intenso e del duro lavoro si produceva il congelamento delle mani. Malgrado le atroci sofferenze che ciò gli procurava continuava a lavorare sino a che l'ultima bomba cadeva. Tutto ciò in presenza di 5 apparecchi da caccia nemici che atterrarono 2 apparecchi della stessa ondata di bombardamento. "Cielo di Vittorio Veneto, 27 ottobre 1918."
×Pietro Giberti nel settembre del 1917 è con la 21^ squadriglia equipaggiata su velivoli SAML sul campo di Verona. Durante le operazioni di Caporetto compie crociere e ricognizioni sul fronte trentino. Il 7 dicembre con altri quattro equipaggi viene inviato contro le truppe nemiche a Gallio, ma la missione riesce male. Quando si abbassano a mitragliare il nemico la caccia di scorta si tiene troppo alta e non vede l'attacco portato dagli Albatross della Flik 55. Oltre a due velivoli abbattuti, anche quello di Giberti (SML 3030) viene attaccato e il suo osservatore, il nenente Velo, rimane ucciso. Giberti compie un atterraggio di fortuna a S. Pietro in Gù. Nel gennaio del 1918 Giberti con l'osservatore Nicolai sostiene un combattimento con caccia nemici sulla zona di Val Campomulo, durante l'azione per il bombardamento di Val Bella. Era il 28 gennaio e si sparge la notizia, infondata, che Giberti fosse stato abbattuto. Il 16 aprile si trasferisce a Sovizzo e alla fine del conflitto è a Castelgomberto. Giberti fu decorato con due MBVM.
×