Alle dipendenze del suo primo comandante, il Ten. Col. Pilota Paride Sacchi, il 3° Stormo Caccia, si costituisce sull’aeroporto milanese di Bresso, il 1° giugno 1931. Lo Stormo, inizialmente destinato alla difesa di Milano,
adotta come distintivo lo stemma che i Visconti, per secoli “Signori” della città, avevano adottato sin dal 1200: un serpente verde che ingoia un saraceno rosso. Lo Stormo è costituito da due Gruppi di volo: il 18° con
le squadriglie 83^, 85^ e 95^, e il 23° con le squadriglie 70^, 74^ e 75^. Mentre il 18° Gruppo non aveva alcun distintivo (solo le sue squadriglie), il 23° adotta come distintivo di Gruppo la “piovra” che è stata sin
qui il distintivo della 70^ Squadriglia. Entrambi i Gruppi schierano il velivolo Fiat CR.20 nelle due versioni, “bis” e “A” (quest’ultima provvista di motore Isotta Fraschini “Asso 500”, è destinata soprattutto
all’acrobazia. Dal febbraio del 1932 al dicembre dell’anno successivo viene inquadrato nello Stormo anche un terzo Gruppo, il 19° con le squadriglie 100^, 101^ e 10^. Nel marzo del 1933 lo Stormo si trasferisce
sull’aeroporto di Torino Mirafiori. S u questo aeroporto, nel novembre del 1935, inizia la transizione sul nuovo velivolo: il Fiat CR.32, che prodotto in quattro versioni (base, bis,ter e quater) prevedeva la
possibilità di installare un apparato radio (solo nelle ultime due prodotte dopo il 1937). A partire dal 1936 , diversi piloti e specialisti dello Stormo furono volontari nella fila dell’Aviazione Legionaria, nella
guerra di Spagna (che si concluderà nel maggio del 1939). Nell’Aviazione Legionaria si costituisce, su CR.32 anche un 23° Gruppo che adotta come distintivo, una carta da gioco: l’asso di bastoni (al termine del
conflitto, nel maggio 1939, saranno 7 i piloti del gruppo decorati con MOVM, tutti alla “memoria”). Il 3 aprile 1937 il comandante dello Stormo, Ten. Col. Pilota Guglielmo Cassinelli) e i piloti dei due gruppi
partecipano, a Roma, all’altare della Patria, all’imponente cerimonia nel corso della quale il Re, presenti le massime autorità politiche e militari del tempo consegna la Bandiera di Guerra a tutti gli Stormi
dell’allora Regia Aeronautica. Il personale dello Stormo, schierato per l’occasione, accoglierà la Bandiera di Guerra nella sede del Reparto, a Torino Mirafiori, l’11 aprile 1937. Dal 30 marzo al 10 aprile del 1939,
lo Stormo, con i velivoli da trasporto assegnati a ciascuna delle sue squadriglie (i Caproni 133, soprannominati dal personale “Capra” o “Vacca”), partecipa alla Campagna di Albania concorrendo alla realizzazione
di un ponte aereo fra l’aeroporto di Grottaglie e quello di Tirana. Manca la documentazione che indica la data nella quale lo Stormo inizia la transizione sul velivolo che troviamo in linea nel giugno 1940: il Fiat
CR.42 “Falco”. Dal 3 giugno 1940, in vista dell’imminente entrata in guerra, lo Stormo inizia a trasferirsi sugli aeroporti di rischieramento: per il 18° Gruppo l’aeroporto di Novi Ligure, per il 23° quello di
Vergiate. Il 10 giugno 1940, il comandante del 18° Gruppo, il maggiore pilota Ferruccio Vossilla, scrive:” Sino ad oggi il 18° Gruppo C.T. non aveva adottato nessun distintivo. In conseguenza dello stato di guerra
viene deciso di adottare il distintivo già usato in terra di Spagna dalla Squadriglia Autonoma “Caccia Mitragliamento” fondata dallo scrivente che ne fu il primo Comandante e l’ideatore del distintivo….”
Segue, nella pagina successiva del diario, disegnato con dei colori a pastello, il disegno del distintivo con il celebre motto “ocio che te copo!”. Impegnato sul fronte francese (crociere di difesa antiaerea,
mitragliamenti di aeroporti), lo Stormo ha i suoi primi due caduti il 15 giugno: nel cielo di S. Raphael e di Cannes vengono abbattuti il maresciallo Francesco Colombo e il Sergente Maggiore Endo Parmiggiani
(entrambi del 18° Gruppi ed entrambi decorati di MAVM alla memoria). Il 24 giugno, dopo 14 giorni dall’inizio delle ostilità, viene stipulato l’armistizio con la Francia: per i combattimenti aerei e i
mitragliamenti al suolo sostenuti sul cielo della Provenza in questo breve ciclo operativo, la Bandiera di Guerra dello Stormo viene decorata di Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nei giorni immediatamente
successivi il 23° Gruppo viene rischierato sull’aeroporto di Comiso dove, dal 9 luglio 1940, divenuto 23° Gruppo Autonomo C.T., cessa di dipendere dal 3° Stormo che nel frattempo, con il 18° Gruppo, è rientrato
sull’aeroporto di Torino Mirafiori. Quando nel luglio 1940, il 23° Gruppo divenne autonomo alle dipendenze del Comando Aeronautica della Sicilia, adottò come motto “Non falchi ma falconi” e il distintivo di
un falco in picchiata. Con i suoi CR.42 svolge una serie di missioni di scorta, ricognizioni e bombardamento sulla roccaforte inglese di Malta. Questo primo ciclo operativo si concluse il 16 dicembre 1940,
quando il Gruppo, senza pausa per piloti e specialisti, viene inviato n Africa Settentrionale a tentare di contrastare l’avanzata inglese che stà mettendo in gravissima difficoltà le nostre truppe.
Il 1 marzo 1941, dopo aver effettuato anche in Libia missioni di scorta ai bombardieri, ricognizioni offensive, attacchi contro le colonne meccanizzate e crociere di interdizione, ceduti gli aeroplani al reparto
che lo rimpiazza, il reparto rientra in Italia. Gli otto mesi trascorsi in Africa Settentrionale furono particolarmente duri e tra i piloti del 28°, ben quattro vengono decorati con la Medaglia d’Oro al Valor
Militare: il Cap. Chiodi, comandante della 75^ Sq., abbattuto in un duello aereo su Malta il 31 luglio 1940; il Ten. Rigatti che, ferito gravemente ad una gamba in un combattimento aereo su Malta il 24 agosto
1940, ripreso all’ultimo momento il controllo del velivolo che stava precipitando, arginata l’emorragia con la catenella del suo portachiavi, piuttosto che lanciarsi e farsi catturare, preferisce un lungo e
solitario volo di ritorno verso la Sicilia; il Ten. Abello, al quale erano state già riconosciute tre vittorie individuali e altre collettive, sorpreso dalla caccia nemica ed abbattuto mentre, in Libia, il 5
gennaio 1941, atterrava al rientro da una missione; il S.Ten Marangoni che, ferito gravemente in combattimento il 5 gennaio 1941, dopo il lancio catturato e soccorso dal nemico muore il giorno successivo; il 7
gennaio un Hurricane britannico sorvola la base del 23° lasciando cadere un messaggio nel quale viene raccontato l’accaduto. Il 1 aprile 1941, il Gruppo, concluso il periodo di riposo e dopo aver ricevuto nuovi
velivoli sull’aeroporto di Mirafiori (ai soliti CR.42 si aggiungono in forza ad una neo costituita “Sezione Sperimentale” che poi diverrà la 377^ Sq., dei nuovissimi Re.2000), viene di nuovo schierato in Sicilia.
Dalle basi di Comiso, Pantelleria, Palermo e Trapani riprendono le scorte, le crociere e le ricognizioni contro Malta e contro la flotta inglese. Nell’estate 1942 si aggiungono i primi Mc.200 che, opportunamente
mimetizzati, vengono impiegati in operazioni di caccia notturna. Il 12 dicembre, lasciati i Re.2000 alla 377^ sq che nel frattempo è divenuta autonoma, il 23° è di nuovo in Libia con 14 Fiat CR.42 e 7 Mc.200.
Questa volta per pochi giorni: ceduti i velivoli ad un altro reparto, rimpatria il 24 dicembre 1941. Il 15 gennaio è di nuovo a Mirafiori dove viene riarmato con velivoli Mc.200 e G.50bis. La transizione e
l’addestramento sui nuovi velivoli, alternata a crociere di difesa dell’area di Milano, occupano vecchi e nuovi piloti sino al maggio 1942.
Il 10 settembre 1940 il 18° Gruppo passa alle dipendenze del Comando del 56° Stormo, uno degli stormi caccia inquadrati nel CAI “Corpo Aereo Italiano” destinato ad affiancare i tedeschi nella Battaglia
d’Inghilterra. La partecipazione del Gruppo a questa impresa, che ha inizio con il rischieramento sul campo di Ursel (Belgio) il 19 ottobre 1940, è segnata dall’inadeguatezza dell’equipaggiamento di volo.
Oltre ai Fiat G.50, ci sono i pur nuovi CR.42, provvisti per l’occasione, tre per squadriglia, di una radio ricevente (solo il comandante aveva una radio ricetrasmittente), sono infatti inidonei ad operare
d’inverno in un’area caratterizzata dalla presenza pressochè costante di condizioni meteo particolarmente avverse. Successivamente riequipaggiati con materiale tedesco, e con le tute riscaldate elettricamente,
sono impegnati prevalentemente nella scorta ai bombardieri italiani in volo verso le istallazioni portuali britanniche. Un esempio delle difficoltà con le quali si sono dovuti confrontare ci è fornito dagli
avvenimenti dell’11 novembre 1940: impegnato nella scorta a 10 Br.20 italiani, il Gruppo con 40 CR.42, viene attaccato da una formazione di Hurricane inglesi. Il combattimento è violentissimo: vengono
abbattuti 9 Hurricane, 3 BR.20 e un CR.42. Altri due CR.42 sono costretti all’atterraggio in Inghilterra. Sulla via del rientro, a causa delle nubi, molto spesse e basse, e della pioggia, più di venticinque
CR.42 si smarriscono e vengono danneggiati gravemente in atterraggi di fortuna su campi e spiagge: accade persino che un pilota atterri rovinosamente in una piazza di Amsterdam. Dopo un alternarsi di periodi
di attività e di forzato riposo dovuto alle proibitive condizioni meteo, a fine dicembre giunge l’ordine di rientro per il successivo impiego in Libia: diciotto giorni dopo il rientro in Italia, avvenuto
l’11 gennaio, con i CR:42 velocemente revisionati, il Gruppo è a Tripoli per essere impiegato nel tentativo di arginare l’offensiva inglese che, in Cirenaica, sta costringendo alla ritirata le nostre truppe.
Segue un periodo nel quale vengono svolte, da vari aeroporti di fortuna, ricognizioni offensive, crociere e scorte. Dopo il marzo 1941, quando le truppe italo tedesche riescono a riprendere l’iniziativa e
ad avanzare nuovamente verso l’Egitto, alcuni CR.42 vengono provvisti di spezzoniere e di attacchi alari per bombe e i piloti del Gruppo proseguono la loro attività anche nel nuovo ruolo di
cacciabombardieri. Il 10 agosto, ceduti i velivoli al reparto rimpiazzante, il Gruppo rientra in Italia. Da settembre a dicembre, su varie basi italiane, i piloti effettuano il passaggio e l’addestramento
sui nuovi velivoli assegnati: i Macchi Mc.200 e i Fiat G.50bis. Con questi velivoli, il 10 dicembre 1941 il 18° viene rischierato sull’aeroporto di Araxos, in Grecia, da dove vengono effettuate crociere
di difesa aerea sul territorio greco e sui convogli navali italiani e tedeschi in navigazione nell’Adriatico e nell’Egeo. Alla fine di aprile, il Gruppo rientra in Italia. Il 15 maggio 1942,
sull’aeroporto di Torino Mirafiori, il 18° e il 23° Gruppo vengono di nuovo inquadrati nel ricostituito 3° Stormo al comando del Ten. Col. Falconi. Il Reparto adotta un nuovo stemma: una vespa arrabbiata
(che ora viene chiamata, tutto attaccato, l"apecheronza") che indossa guantoni da pugilato e stringe un pugnale, a riferimento ai ruoli assegnati ai due gruppi: per il 18° quello di bombardamento a
tuffo (i guantoni da pugilato) e per il 23° quello di caccia pura (il pugnale). I velivoli in dotazione sono Fiat G.50bis, Macchi Mc.200 e, dalla fine del mese di maggio, i nuovi Mc.202. Lo Stormo
concluso un breve periodo di addestramento, viene inviato in zona di operazioni il 7 luglio 1942. Parte per primo il 23° che il 17 ha già raggiunto l’aeroporto egiziano di Habu Haggag, a difesa delle
truppe italiane e tedesche che, al termine di una sanguinosa avanzata, sono schierate sul fronte di El Alamein. Il 23 luglio lo raggiungono il 18° Gruppo e il Comando dello Stormo. Da subito il Reparto
è impegnato in una serie di ricognizioni, scorte, bombardamenti “a tuffo”, crociere che lo impegneranno praticamente senza soluzione di continuità sino alla conclusione di questa durissima campagna.
Diventano pressoché quoidiani i duelli aerei contro formazioni di 40 o 50 modernissimi caccia impegnati a scortare bombardieri in volo verso le retrovie italo-tedesche. Molti di questi duelli
finiscono in modo rocambolesco con atterraggi di fortuna nel deserto, sulla spiaggia e perfino su campi minati. Alcuni piloti, dati per dispersi, rientrano il giorno successivo a quello del loro
abbattimento, dopo aver attraversato tratti di deserto ed essere stati fortunosamente recuperati da automezzi militari in transito. Il 12 agosto delle bombe a spillo lanciate sugli accampamenti
uccidono sette piloti del 18° Gruppo. Il 30 agosto allo Stormo viene richiesto di intensificare ulteriormente la propria attività in coincidenza con una nuova offensiva con la quale le truppe
dell’Asse tentano lo sfondamento verso Alessandria, offensiva che si concluderà con un nulla di fatto a fine settembre. Il logoramento di piloti, velivoli e specialisti si consuma proprio mentre
aumenta la superiorità numerica dei velivoli avversari: in questa fase il rapporto fra i velivoli italo-tedeschi e quelli dell’aviazione avversaria è di uno a dieci. Alla fine di ottobre sono gli
inglesi a prendere l’iniziativa dopo aver preparato con cura e dovizia di mezzi il contrattacco: è la battaglia di El Alamein, l’inizio della fine della nostra presenza in Africa settentrionale.
Anche lo Stormo è chiamato a coprire la ritirata arretrando di base di fortuna in base di fortuna e impegnando i propri velivoli contro le numerosissime formazioni di Spitfire, Curtiss P.40, di
Hurrricane e contro gli onnipresenti cacciabombardieri Bristol Beaufighter. L’8 novembre 1942 con lo sbarco degli americani in Marocco si apre un secondo fronte ad ovest delle nostre truppe. Tra il
luglio e il dicembre 1942 lo Stormo ha al suo attivo quasi 5000 ore di volo e l’abbattimento di 77 velivoli avversari (più 32 probabili). Alla fine del gennaio 1943 i velivoli del 3° Stormo sono gli
ultimi della Regia Aeronautica a lasciare la Libia ormai definitivamente perduta. Alla fine di febbraio, in una situazione che si fa sempre più critica e confusa, il Comandante del 23° Gruppo, il
Magg. Filippi, viene ucciso dai soldati di un posto nemico sul quale era inconsapevolmente finito con la sua macchina. Il 12 marzo lo Stormo ha solo 12 velivoli efficienti per quanto possano essere
tali i velivoli rabberciati alla meglio di quei giorni. Mentre il 29 marzo l’aeroporto tunisino di Achichina, che da tre giorni era divenuto la base del 3°, viene ininterrottamente bombardato dalle
13 al tramonto (rimane ucciso diverso personale della base e vengono distrutti al suolo diversi velivoli), tra il 26 marzo e il 1 aprile, con i pochi apparecchi superstiti, a cominciare dal 23°,
lo Stormo lascia la Tunisia per rientrare in Patria. Il 23 aprile, dopo un breve periodo di riposo concesso al personale, il Terzo è nuovamente al completo sull’aeroporto di Caselle. Il Reparto viene
lentamente riarmato con Mc.202 appena usciti dalla fabbrica. Il 28 giugno terminato l’addestramento dei pochi rincalzi, viene schierato a difesa del territorio nazionale sugli aeroporti laziali di
Cerveteri, di Ciampino e di Palidoro. Il compito assegnato è quello di intercettare le poderose formazioni di bombardieri nemici che volano verso gli obiettivi settentrionali. All’inizio di luglio
vengono assegnati ai due Gruppi pochi esemplari del nuovissimo Mc.205 “Veltro” e, al 23° Gruppo anche 11 Me.109 “G” ed “F”. Al 18° Gruppo vengono assegnati anche tre SAI.207. Dal luglio, mentre
inglesi e americani sbarcano i Sicilia, il Reparto effettua, senza soluzione di continuità, partenze su allarme contro i bombardieri alleati. Il 19 luglio avviene il primo bombardamento di Roma.
E’ una azione che dura circa tre ore e mezzo. In questa giornata si distingue ancora una volta, abbattendo tre velivoli avversari, il serg. Maggiore Luigi Gorrini della 85^ squadriglia. Il mattino
dell’8 settembre 1943, i velivoli dello Stormo intercettano delle Fortezze Volanti americane su Frascati. Nel pomeriggio alcuni Macchi vengono rischierati sull’aeroporto di Littoria perché il giorno
successivo avrebbero dovuto scortare alcuni S.79 aerosiluranti del 132° cui era stato ordinato di attaccare una formazione navale alleata al largo di Salerno. Ma nell’atterraggio a Littoria, in un
incidente di volo, perde la vita il M.llo pilota Pietro Melano del 18° Gruppo, l’ultimo caduto del Terzo nella guerra contro gli alleati. Nel tardo pomeriggio, infatti viene diffusa la notizia
dell’Armistizio. Il 9 settembre una colonna tedesca in movimento fra Bracciano e Roma apre il fuoco contro un Mc.202 del 23° in volo di ricognizione. Nei giorni successivi, temendo un attacco di
mezzi corazzati tedeschi, il T. Col. Falconi ordina che i velivoli concentrati nel frattempo sulla pista di Cerveteri, siano resi inservibili. L’attacco non si verifica, tuttavia il 13 settembre il
comandante ordina lo scioglimento del Reparto ed avvia in licenza il personale.
La storia del 3° Stormo riprende dagli aeroporti pugliesi dove, dopo mille peripezie, arrivano i superstiti dei due
Gruppi. Su questi aeroporti, tra la fine di settembre e l’ottobre del 1943, viene operato un primo riordino degli equipaggi e dei velivoli che provenienti dai vari reparti, isolati o in formazioni
più o meno numerose, sono riusciti a sottrarsi ala cattura da parte dei tedeschi. In questo ambito i superstiti del 28° Gruppo e quelli del 132° concorrono alla formazione di un “Raggruppamento
da Bombardamento e Trasporto” che comprende: per il bombardamento l’88° Gruppo con le squadriglie 265^, 190^, 260^ e 19^ (ex 28° Gruppo), per il trasporto il 1° Gruppo, il 2° Gruppo e il 132°
Gruppo con le squadriglie 241^, 253^ e 281^ (ex 132° Gruppo). Nelle settimane successive il Raggruppamento opera numerose missioni di trasporto a favore della Divisione Garibaldi che è accerchiata
nei Balcani e che, combattendo i tedeschi al fianco dei partigiani yugoslavi, si stà faticosamente aprendo la strada per il rientro in Italia. Purtroppo il Raggruppamento non è in grado di
ripristinare l’efficienza della linea dei velivoli da bombardamento e quindi non può intervenire a favore della Divisione Acqui che, sulla pur vicina isola greca di Cefalonia, difesa solo da
pochi caccia della Regia Aeronautica, a fine settembre soccombe alle truppe tedesche. Nell’estate del 1944 gli Alleati decidono di riarmare la Regia Aeronautica con velivoli statunitensi e il
Raggruppamento B.T. viene suddiviso in tre nuovi Stormi, due da trasporto e uno da bombardamento, ognuno su due gruppi di volo e due squadriglie. Per la prima volta presso ogni Stormo ed organico
ad esso vengono costituiti un Servizio Tecnico e una Sezione Servizi (STO e SLO).
Il 1 luglio 1944 sull’aeroporto di Campo Vesuvio (Napoli), con personale volontario, viene costituito lo Stormo
da bombardamento che comprende: dal 1 luglio il 132° Gruppo con le squadriglie 281^ e 253^; dal 15 luglio, data della sua ricostituzione, anche il 28° Gruppo con le squadriglie 19^ e 260^. Lo
Stormo viene denominato “Baltimore” dal nome del velivolo che lo arma. Il 12 novembre 1944 il 132° Gruppo che per primo ha concluso l’addestramento, al comando del Magg. Erasi, si rischiera con
12 velivoli a Campo Biferno, vicino Termoli. Il 3 dicembre viene raggiunto dal 28° Gruppo al comando del T. Col. Moci. Lo Stormo, comandato dal T. Col. Roveda, viene inquadrato nel 254° Wing
della Balcan Air Force, che comprende, oltre a quello italiano, un reparto greco, uno britannico ed uno sudafricano. La prima azione di guerra avviene il 18 novembre, con l’attacco portato al
centro ferroviario di Konjic (Sarajevo) e ad un ponte stradale tra Niksic e Podgorica, nei pressi del confine tra Jugoslavia e Albania. Sullo stesso centro ferroviario, l'11 dicembre, compirà la
sua prima azione anche il 28° Gruppo. Le missioni si succedono contro obiettivi tedeschi in Dalmazia, Bosnia, Slovenia ed Istria: nel gennaio 1945, nonostante le difficoltà logistiche, lo stormo
al completo con 32 velivoli, si classifica al primo posto per i risultati bellici conseguiti, tra i reparti del 254° Wing. Il 21, mentre è alla testa di una formazione di 12 velivoli del 132°,
subito dopo aver sganciato sul molo dell’Arsa, in Istria, viene colpito dalla contraerea il Magg. Erasi. Altre missioni impegnano lo Stormo che nei giorni e nei mesi successivi continua negli
attacchi a ponti, treni, postazioni di artiglieria, depositi, concentramenti di truppe, con altre inevitabili perdite. L’ultima azione di guerra il 5 maggio 1945, quando in vista dell’obiettivo
(linea ferroviaria Zagabria Sisak), arriva via radio l’ordine di tornare per cessate ostilità. Con la pace, nel giugno del 1945, lo Stormo Baltimore, con i suoi due gruppi di volo, viene
trasferito a Roma Urbe, poi dal dicembre a Guidonia. Nel marzo del 1948 lo stormo viene trasferito sull’aeroporto di Palese Macchie (Bari). Su questo aeroporto, nel luglio dello stesso anno,
dismessi i gloriosi Baltimore, transita su velivoli P.38 Lightning ed assume pa un breve periodo la denominazione di “Stormo P.38”.
Il 1 novembre 1948 , lo Stormo assume la denominazione
di “3° Stormo Caccia” ed eredita così il patrimonio ideale, la storia e le tradizioni dello Stormo che, composto dal 23° e dal 18° Gruppo, con il sacrificio di tanti piloti e specialisti,
ha scritto pagine di gloria sui fronti dei primi anni della seconda guerra mondiale. All’atto della ricostituzione del 3° Stormo, entrambi i gruppi sono su velivolo P.38. Nel 1950 il 132°
riceve in dotazione il velivolo F.51 Mustang ed inizia ad addestrarsi nell’attacco al suolo. Nel 1952 lo Stormo riceve l’ordine di costituire una sezione di ricognizione fotografica di sette
velivoli permanentemente rischierata sull’aeroporto di Vicenza a disposizione della (allora) 56^ ATAF. Il 1 marzo 1954 inizia il trasferimento dello Stormo dall’aeroporto di Bari Palese
all’aeroporto di Villafranca di Verona.
Il 1 luglio di quello stesso anno lo Stormo assume la denominazione di 3° Stormo Ricognitori e cominciano ad essere assegnati i primi jet: gli F.84G
“Thunderjet”. Sempre nel 1954, ma in dicembre, iniziano ad essere assegnati i nuovi RF.84F Thunderflash più adatti degli F.84G alle missioni di ricognizione fotografica. Nel 1955 viene
riassegnato allo Stormo il 18° Gruppo. Nello stesso anno si comincia a parlare di APID (allora (IAPIC): in una relazione in proposito si afferma: “… ha la capacità di fornire una prima
interpretazione sul negativo umido, per obiettivi che lo consentono, entro 25 minuti dall’atterraggio del velivolo…… Il 1 gennaio 1956 lo Stormo, su tre Gruppi (il 18° a quadro sino al
dicembre, il 28° - Squadr. - 19^ e 260^ -, il 132° - la 253^ e 281^- con un organico di 58 ufficiali, 192 sottufficiali e 319 avieri, si trasforma nella 3^ Aerobrigata Ricognizione Tattica.
Nel corso dell’anno l’Aerobrigata gode di un momento di fama perché a più riprese alcuni rotocalchi pubblicano con risalto alcune delle bellissime foto aeree di varie località italiane
scattate nel corso di un importante esercitazione: la “Cielo Aperto”. Il 20 aprile 1956 la squadriglia Volo Senza Visibilità, con T.33; sin qui vera e propria scuola di volo strumentale per
il piloti del reparto, diventa “AVPC: 527^ Sq. Assistenza Velivoli di Passaggio e Collegamenti”. Nel 1962 vengono costituiti gli APID presso ciascuno dei tre gruppi di volo. Per qualche
tempo anziché dipendere dal comandante del Gruppo di volo di appartenenza dipenderanno dal “Comandante del Gruppo APID”. Nel 1965 i supporti logistici e tecnico per la prima volta organici
ad uno Stormo dell'Aeronautica con la costituzione dello Stormo Baltimore e sin qui presenti nello Stormo e nella Aerobrigata sotto varie dizioni (GEV, Nucleo Logistico, Reparto Tecnico,
Reparto ERG, Reparto SOG ecc.) diventano SLO e STO. Il 15 maggio 1965 viene organizzato il 1° raduno degli ex appartenenti al 3° Stormo/Stormo Baltimore. Durante il raduno, sul piazzale
Comando, viene inaugurato il monumento ai Caduti dello Stormo. Nell’occasione una formazione di 24 RF-84F, sorvola il cielo del campo raffigurando il numero “3” e la lettera “A”. Nell’aprile
del 1966 lo SMA assegna una ulteriore squadriglia, la terza, a ciascun gruppo dell’Aerobrigata: al 28° viene assegnata la 18^, al 132° la 252^. Nello stesso anno il reparto SLO e STO e la
Squadriglia Collegamenti diventano rispettivamente 403° Gruppo STO, 503° Gruppo SLO e 603^ Squadriglia Collegamenti. Una 603^ Sq. operò nel secondo conflitto inquadrata nel S.A.S.:
I Servizi Aerei Speciali, ovvero l’aviazione Civile Militarizzata, con lo scoppio della guerra, nel giugno del 1940. Nel 1967 il reparto cambiò denominazione: da 3^ Aerobrigata RT in 3^
Aerobrigata CR (Caccia Ricognitori). Il 1 gennaio 1970 vengono assegnati allo Stormo, al 28° Gruppo, i primi due RF-104G. Il 1 ottobre 1971, alle ore 10.30 del mattino, un RF-84 precipita
a fianco della testata meridionale della pista di volo, in un area dove sono al lavoro piloti e specialisti e dove sono dislocati, carichi di munizioni e di carburante, i due velivoli
che lo stormo deve mantenere sempre pronti in caso di allarme. Nelle esplosioni e negli incendi che seguono l’impatto, muoiono, oltre al pilota del velivolo precipitato, altri sei
piloti e uno specialista. Un secondo specialista, anch’egli antincendio, muore per le ustioni riportate un mese dopo l’incidente.
Tra il 1970 e il 1973, anche il 132° e il 18°
Gruppo ricevono il 104: un RF-84F dell’Aeronautica vola per l’ultima volta il 29 agosto del 1973. Il 1 settembre 1977 il 18° Gruppo viene posto in posizione quadro (oggi fa parte del
37° Stormo) e la 3^ Aerobrigata CR si trasforma in 3° Stormo CR. Nello stesso anno gli F-104G, nel frattempo ricevuti da altri stormi, vengono dotati di pod Orfeus (un contenitore che
attaccato sotto la fusoliera del velivolo, comprende al suo interno 4 macchine fotografiche convenzionali ed una all’infrarosso) in modo da poter assolvere alla missione fotografica
con sistemi più moderni. Il 18 giugno 1978 si svolge il 2° raduno degli ex appartenenti al 3° Stormo/Stormo Baltimore/3^ Aerobrigata.
Nel 1982 viene costituito il Gruppo Difesa e
il 13 giugno 1983, ricevuti gli elicotteri AB-204, la 603^ Squadriglia Collegamenti assume la denominazione di 603^ Squad. “Collegamenti e Soccorso” e viene impiegata nell’ambito del
servizio SAR nazionale. Nel maggio del 1984 lo Stormo viene intitolato alla memoria della MOVM Magg. Carlo Emanuele Buscaglia: la riproduzione della sua firma venne posta sulla deriva
di tutti i velivoli del reparto e viene realizzato il monumento commemorativo. L’inaugurazione del monumento è il momento più importante del 3° raduno degli ex appartenenti. Nel corso
del 1990 il 132° Gruppo inizia la transizione sul velivolo AMX. Il 6 dicembre 1990 un MB-326 della 603^ Squadriglia, a seguito di una grave avaria tenta di atterrare sull’aeroporto di
Bologna. Durante la manovra il velivolo, incendiato, diventa ingovernabile. Abbandonato dal pilota con il sistema di emergenza, con una brusca virata cambia decisamente rotta e
precipita su una scuola di Casalecchio di Reno: perdono la vita 12 studenti e oltre 80 rimangono feriti. Nel gennaio 1991 la NATO aderisce alla richiesta della Turchia, di rischierare
la componente aerea della ACE MOBIL FORCE sul suo territorio minacciato dagli iracheni (Guerra del Golfo). Dal 6 gennaio al 10 marzo sei F-104G POD dello Stormo, con circa 200 uomini,
vengono rischierati sulla base di Ehrac. I sei velivoli, operando in un ambiente particolarmente difficile, anche dal punto di vista climatico, e da una base che, a ridosso con il
confine con l’Iraq, si trova all’interno del “range” del temuto arsenale missilistico iracheno, formano la componente da ricognizione aerea dell’Alleanza.
Nel febbraio 1991 viene
costituita, alle dipendenze del Gruppo Difesa, la 703^ Batteria Contraerea, dotata del sistema d’arma SPADA. Il 4 febbraio 1992 un AMX del 132°, per una grave avaria, precipita nella
zona di Gazzo Veronese. Il pilota, pur lanciandosi con il paracadute all’ultimo istante, anche a causa della fitta nebbia non può evitare che il velivolo sfiori, incendiandola, una
casa isolata. L’ufficiale appena a terra e nonostante le ferite riportate nel lancio, superando due fossati, riesce a raggiungere la casa. Uditi dei lamenti provenire dall’interno,
sfonda una porta e, salvandola, trascina all’esterno una donna gravemente ferita. Per questa azione il Ten. Valoti è stato decorato di Medaglia d’Oro al Valor Aeronautico. Nel 1993 lo
Stormo abbandona definitivamente l’F-104: l’ultimo volo su questo velivolo viene effettuato il 25 maggio.
Dal giugno dello stesso anno anche il 28° gruppo inizia la transizione
sul velivolo AMX. Dall’aprile del 1993 la base dello Stormo è sede di rischieramento di un contingente olandese composto da velivoli F-16 e personale proveniente da vari Gruppi della
RNLAF, nell’ambito del’operazione NATO “DENY FLIGTH” per interdire voli militari sul cielo della Bosnia. Nel novembre 1994 la 603^ Squadr. Collegamenti e Soccorso”, con i suoi AB-212,
interviene in Piemonte, soprattutto nell’alessandrino, per soccorrere le popolazioni colpite da una grave alluvione, salvando decine di persone. Dall’aprile del 1995, la 603^ Sq.,
nell’ambito di un processo volto alla razionalizzazione delle risorse, inizia a cedere gli elicotteri ad altri reparti. Al termine dell'anno, rimasta priva dei suoi AB-212, viene
ridimensiona in 603^ Sq. Collegamenti. Nel dicembre 1995 si conclude l’Operazione Deny Flight. Il contingente olandese continua però ad essere rischierato sulla base di Villafranca
perché impegnato, sempre sotto l’egida della NATO, in una nuova missione sui cieli della Bosnia: l’operazione “Decisive Endeavour” volta a garantire il rispetto degli accordi
di pace tra i contendenti della guerra appena conclusa nella ex-Jugoslavia.
Dal luglio 1996, alternandosi fra loro, anche il 132° Gruppo e il 28° Gruppo partecipano alla
“Decisive Endeavour” svolgendo missioni di ricognizione fotografica. Dall’ottobre del 1996, ancora per partecipare alla stessa operazione NATO, con alcuni F-16, è rischierata su
Villafranca anche una cellula del 31° Gruppo dell’Aeronautica Militare Belga. Dall’aprile del 1997, lo Stormo, con uomini e mezzi, supporta l’operazione ALBA, una missione militare
di pace che, in adesione ad una risoluzione ONU, si svolge in Albania.