Sold. Mitr. Dario Nascimbeni di Sanguinetto
Dario Nascimbeni di Sanguinetto (Vr), nacque il 31 marzo 1896. Fu chiamato alle armi il 28 novembre 1915 e il 5 dicembre dello stesso anno giunse al Battaglione Scuole Aviatori di Torino, probabilmente nel reparto dirigibili. Il 7 giugno 1916 fu assegnato alla 10^ Squadriglia Caproni che era stata costituita qualche giorno prima, il 25 maggio 1916 sul campo di Villaverla, in qualità di mitragliere di bordo in addestramento. La 10^ Squadriglia, non appena completata la preparazione raggiunse il campo di Padova alle dipendenze del III Gruppo Aeroplani ed iniziò le azioni di guerra il 10 giugno. Il Foglio Caratteristico dei Voli di Guerra del soldato Nascimbeni fu impiantato all'atto della nomina a mitragliere effettivo cioè il 1 agosto 1916, giorno in cui tutta la squadriglia si portò su Fiume per bombardare obiettivi militari e fu accolta da un intenso fuoco antiaereo. Tuttavia il battesimo del fuoco Nascimbeni l'aveva avuto il 14 giugno 1916 sull'apparecchio pilotato dal Ten. Strata in missione di bombardamento della stazione di Matterello (Tn) e per osservazione ii movimenti delle truppe austriache lungo il percorso. Il Caproni Ca.450 raggiunto l’obiettivo, gettò le bombe sulla meta e riportò indietro importanti notizie. Sulla rotta di ritorno il Caproni fu attaccato da un ricognitore austriaco , ci fu un vivace scambio di colpi di mitragliatrice e poi l'attaccante si sganciò. Il velivolo fu fatto segno anche a numerosi colpi di antiaerea riportando diversi danni. Seguirono diversi voli di crociera su Padova e il 26 giugno lo stesso equipaggio bombardò accampamenti austriaci sul Monte Roverè. Sul cielo di Padova avvenne un combattimento aereo nel corso del quale il trimotore italiano fu colpito in diversi punti. Due giorni dopo, di nuovo sul Monte Roverè per colpire la stazione della teleferica e gli accampamenti nemici. Anche questa volta i velivoli furono fatti segno a vivo fuoco di artiglieria. Il 6 luglio, l'equipaggio ritornò sulla valle dell’Adige per colpire materiali di artiglieria fra Volano e Calliano. A fine mese la Squadriglia si trasferì sul campo di Campoformido alle dipendenze del IV Gruppo Aeroplani. Il 13 settembre i tre Caproni della Squadriglia si levarono in volo per colpire l’arsenale dei Lloyd di Trieste, ma il velivolo di Nascimbeni, pilotato sempre dal Ten. Strata fu costretto a rientrare per rottura di un laterale in volo. Il diario dei voli del 1916 si chiuse con un bombardamento di accampamenti nemici effettuato presso Cernizza nel mese di novembre. Dopo la pausa invernale la squadriglia riprese l'attività nell'aprile e nel maggio del 1917 nel settore carsico con azioni su Chiapovano, Prvacina e Gorizia in appoggio alla fallimentare offensiva italiana conosciuta come decima battaglia dell'Isonzo. La prima azione bellica del 1917 di Nascimbeni cui siamo a conoscenza, si svolse il 15 maggio quando bombardarono accampamenti nemici ad ovest di Gorizia. Tuttavia prima di raggiungere l’obiettivo, il Caproni fu sorpreso da apparecchi nemici mentre volava a bassa quota. Con opportune manovre l'equipaggio riuscì a seminare i velivoli austriaci e a lanciare le bombe su truppe e carriaggi nei pressi di Aisovizza. Subito dopo però venne però circondato da 8 velivoli nemici, tre quali si trovavano a breve distanza (200 metri) e fu costretto ad interrompere il lancio degli ordigni. Il Caproni Ca. 2312 riuscì a disimpegnarsi con la manovra e il fuoco delle mitragliatrici, rimanendo però colpito in 10 punti da pallottole di mitragliatrice, una delle quali spezzò una corda dei comandi di direzione. Il 24 maggio fu colpita la stazione di Santa Lucia (Tolmino) ed anche in questa occasione il velivolo fu attaccato e colpito da cacciatori austriaci. Il 1 giugno fu la volta della stazione di Calliano. Il Caproni fu colpito da uno shrnapel della contraerea nel carter motore di sinistra e nei serbatoi e costretto ad atterrare fuori campo. Rientrati sul campo di aviazione con mezzi di fortuna, nel pomeriggio si alzarono di nuovo in volo per attaccare il campo di aviazione austriaco di Prosecco. Anche stavolta furono costretti a sostenere un combattimento aereo con diversi colpi incassati dal trimotore. Il 19 giugno la squadriglia si trasferì sul campo della Comina e nello stesso giorno si portò all’attacco di accampamenti austriaci a Campo Gallina. Il 9 agosto 1917 a bordo del Ca.2405 raggiunsero in notturna la base di Pola e lanciarono le bombe con ottimi risultati. Il mese di agosto del 1917, così come il successivo fu molto intenso dal punto di vista operativo e gli equipaggi si alzarono in volo ripetutamente per portare offesa al nemico: il 12 su Chiapovano e poi su Modrejce dove il velivolo fu ripetutamente colpito dal fuoco antiaereo in entrambe le missioni, il 16 su Gabroviza accolti da un violentissimo tiro antiaereo. Il 19 agosto 1917 il Ca.4054 del Ten. Strata e De Luca con Nascimbeni mitragliere e l'osservatore Ten. Pio Massignani decolla alle ore 5.20 per bombardare Cerovlje, ma viene attaccato da un velivolo austriaco durante la via del ritorno. Il bombardiere italiano si era abbassato a mitragliare le linee nemiche nei pressi di Famiano quando fu avvistato da un caccia austriaco descritto come un biposto somigliante allo SPAD nelle ali ma differente nella coda, più piccola, e con le croci nere più piccole del solito. Prima di portarsi all'attacco, il velivolo austriaco si avvicinò al Caproni e l''osservatore austriaco fece un cenno di saluto. Subito dopo iniziò un serrato combattimento. I piloti del Caproni fecero compiere al bombardiere una serie di spirali e riuscirono a farsi sorpassare dal caccia. Mentre quest'ultimo gli sfilava di fianco, Nascimbeni gli scaricò addosso circa 100 colpi e lo vide piegare bruscamente a sinistra e cadere a picco. Nonostante avesse il motore centrale fermo per i danni ricevuti, il Caproni atterrò felicemente a Campoformido alle 7.00. Anche per questa azione Nascimbeni fu decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nella stessa giornata l'indomito equipaggio si portò a bombardare le retrovie nemiche della III Armata. Il 21 agosto due missioni di bombardamento, la prima sulla stazione di Podmalec e la seconda per colpire la rotabile sull’altopiano della Bainsizza. Il 22 e il 24 fu la volta di Chiapovano, il 23 su Podmalec-Grahovo, il 25 di Visoglie e il 26 di S. Ambrogio. Il 31 agosto fu colpita la stazione di Grahovo, che colpita in pieno dalle bombe da 162 mm lanciate dal trimotore sviluppò un vasto incendio. L'immancabile reazione antiaerea colpì il radiatore di un motore che dovette essere prontamente arrestato. Altri colpi danneggiarono l’ultima cellula dell’ala destra e la parte centrale della carlinga. Il velivolo fu nuovamente colpito il 14 settembre durante una missione su Golnek-S.Ambrogio. L’ultima azione di guerra di Dario Nascimbeni con la 10^ Squadriglia fu compiuta il 26 settembre 1917 con un bombardamento su Grahovo al comando del Ten. De Luca. Lasciata la Squadriglia, il 20 ottobre 1917, Nascimbeni divenne effettivo al Deposito Aeronautico di Torino per frequentare il corso di pilotaggio. Per lui la guerra era finita. Divenne pilota di aeroplano il 20 marzo del 1918 e pilota militare il 5 agosto 1918 su apparecchio SAML. Congedato nel 1919 con il grado di caporale, riprese a volare nel 1921 per mantenere l'addestramento. Effettuò il passaggio sui velivoli Aviatik, SVA, Nieuport. Nascimbeni volò sui velivoli Caproni Ca.450 n. 2405, 2373, 2313, 4054, 4065. Fu posto in congedo illimitato il 15 dicembre 1919 e richiamato alle armi per istruzione presso l'aeroporto di Boscomantico il 16 maggio 1935. Assegnato alla 113^ Squadriglia di Udine, fu posto di nuovo in congedo il 15 luglio successivo. Il nome di Dario Nascimbeni figura nella lapide a memoria dei piloti istruiti presso l'aeroporto di Cameri per l'anno 1921. A causa del secondo conflitto mondiale, venne nuovamente riassunto in forza il 5 maggio del 1942 presso il Centro di Affluenza di Vicenza, dove rimase fino al 15 luglio.
Fonti: Ufficio Storico Aeronautica Militare, Archivio di Stato di Verona, I Reparti dell'Aviazione Italiana nella Grande Guerra, USSMA di Roberto Gentilli e Paolo Varriale